sabato 28 marzo 2020

4. Libertà e precarietà ai tempi del Coronavirus

Salgono a otto i bovesani positivi al Coronavirus - La Guida - La ...
Si sta come/ d’autunno/ sugli alberi / le foglie. Ungaretti non poteva conoscere il coronavirus, ma seppe cantare in meravigliosi versi l’incertezza della vita, la sua inspiegabile stranezza e la condizione di precarietà umana che ci appartiene, a ogni latitudine, con o senza pandemia. E ora che foglie in bilico siamo noi, non in autunno, ma in questa maledetta primavera... abbiamo sempre più voglia di attaccarci ai rami dell’esistenza. [...]
 E avete notato che abbiamo riscoperto la libertà?
Chi avrebbe mai immaginato che, nella casualità della Storia, nei corsi e ricorsi che studiavamo a scuola con le idee di Vico, potesse verificarsi un ritorno all’anelito di libertà che i nostri antenati e genitori hanno sentito così forte?
Quel «libertà vo’ cercando» (attenzione alla parola Vo’, che ora indica un paese del contagio!) colpisce ora - anno 2020 - un mondo che si riteneva libero, autonomo, capace di imporre la sua volontà. Ed eccoci, siamo qui, fragili e caduchi, a chiederci se il premier Conte voglia o no che facciamo jogging e se dobbiamo farlo con o senza il cane. Libertà che non avremmo mai pensato di poterci veder negare e che non avremmo mai messo in discussione sono ora al centro di decreti, diatribe, permessi e violazioni.

(ENRICA SIMONETTI, La riscoperta della libertà al tempo del coronavirus, "La Gazzetta del Mezzogiorno", 16 marzo 2020)



Usate lo spazio dei commenti per vostre libere riflessioni su due condizioni fondamentali della nostra vita, la libertà e la precarietà, che ci sembra quasi di vedere per la prima volta. Non fateci mancare qualche riferimento ad argomenti o personaggi storici o letterari, tratti dal programma sin qui svolto, che possano ispirare le vostre riflessioni e quelle dei vostri compagni.

Commentate accedendo con il vostro profilo, in modo che le riflessioni siano firmate.
Scadenza: ore 13.00.

lunedì 27 gennaio 2020

3 - Contro lo sport



Nella cultura contemporanea lo sport ricopre un ruolo di primo piano. Tutti siamo caldamente invitati ad utilizzare almeno parte del nostro tempo libero praticando uno sport. Esso è considerato un'attività irrinunciabile, in particolare per i giovani in fase di sviluppo: perché consente di spingere il corpo ad esprimersi al massimo delle sue potenzialità; perché favorisce la socializzazione; perché insegna un'etica - l'etica dello sport -, basata sul riconoscimento dell'avversario e sul rispetto delle regole sportive; perché è meritocratico, nel senso che valorizza l'impegno, la tenacia, la determinazione, oltre che il talento individuali; perché è salutare, rallenta l'invecchiamento e valorizza anche sotto il profilo estetico.

Chi ama lo sport, inoltre, non si limita a praticarlo, ma lo segue in televisione, si informa sulle competizioni, sulle ultime novità e sulle prodezze dei propri eroi sportivi preferiti, alimentando un settore economico. Esiste, infatti, un ecosistema dello sport, fatto di tifosi, commentatori, società, allenatori, sponsor, investitori, amministratori, politici, vivai e semplici sportivi amatoriali. 

Benissimo. Ma è possibile che, fra tutte le attività umane, solo lo sport sia interamente positivo? Possibile che non esistano lati oscuri nello sport?

Nell'esercizio che vi propongo, vi chiedo di riflettere su questo, a partire da qualche spunto. Buon lavoro!


Documento 1

Gioco e sport

In tutto il regno animale non esiste nulla che assomigli allo sport. Viceversa, il gioco ha fondamenti biologici ed è presente in tutto il regno animale come forma spontanea di apprendimento, sia individuale che di gruppo. È un’attività istintuale, che si svolge secondo convenzioni temporanee che consentono di oltrepassare la mera esistenza fisica. Nella specie umana fa emergere la capacità di abbandonarsi ad un “altro mondo”, ponendo i fondamenti della crescita psichica e culturale.
[...] L’essenza del gioco, la sua fecondità, è tutta nello spirito libero e infantile del play. “Per giocare veramente l’uomo, quando gioca, deve ritornare bambino”. Tutto dev’essere gioco, compresa l’attività di riscrivere le regole ogni volta, impedendo che si stabilisca uno standard, che si fissino dei parametri, che si arrivi a delle classifiche: il vero gioco non ha vincitori.
[...] Lo sport [...] si è via via deteriorato a causa della sua fatale deviazione verso un eccesso di seriosità.  Sempre meno ludico, sempre più organizzato tecnicamente e burocraticamente, lo sport è oggi quanto di meno creativo (e quindi ricreativo) possa esistere, su cui investire il nostro tempo libero.
[...] Lo sport impedisce l’invenzione di nuovi modi di giocare, o al massimo li ingloba e li omogeneizza al sistema, pretendendo di incidere con il proprio codice normativo anche sulla vita reale delle persone.[...] L’umanità è talmente assuefatta alla costrizione nel lavoro e nella vita sociale, che di fronte alla possibilità di utilizzare liberamente il “tempo libero”, lo organizza subito secondo schemi che nulla lasciano al caso e all’improvvisazione. Lo sport adempie pienamente a queste funzioni. 
 Bruno Ballardini, Contro lo sport (a favore dell'ozio), Baldini & Castoldi, Milano 2016 

Documento 2 

Documento 3

Documento 4
Rimango sempre esterrefatto quando sento dire che lo sport genera amicizia tra le nazioni, e che se solo la gente comune dei popoli di tutto il mondo potesse incontrarsi su un campo di calcio o di cricket, non avrebbe alcun desiderio di incontrarsi su un campo di battaglia. Anche se non fosse già chiaro da esempi concreti (i Giochi Olimpici del 1936, ad esempio) che le competizioni sportive internazionali provocano orge di livore, lo si potrebbe capire da alcuni principi generali.
Quasi tutti gli sport praticati oggi sono agonistici. Si gioca per avere la meglio sull’avversario, e l’incontro ha scarso significato se non si fa il massimo sforzo per vincere. Al parco del paese, dove si sceglie in quale squadra giocare senza farsi prendere da sentimenti di patriottismo locale, è possibile gareggiare per divertimento e per fare dell’attività fisica. Ma non appena fa capolino la questione del prestigio, non appena si avverte che, in caso di sconfitta, il disonore ricadrà su di sé e su una entità superiore, si scatenano gli istinti aggressivi più brutali. Chiunque abbia giocato anche solo una partita di calcio a scuola è consapevole di questo fenomeno. A livello internazionale, lo sport, per dirla francamente, è un combattimento simulato. Ma ciò che è significativo non è la condotta dei calciatori, ma l’atteggiamento degli spettatori; e, al di là degli spettatori, delle nazioni che vanno su tutte le furie a causa di queste assurde competizioni, e credono seriamente — almeno per brevi periodi — che correre, saltare e dare calci a una palla siano una prova di virtù nazionale.
[...] Non appena emergono forti sentimenti di rivalità, la decisione di giocare secondo le regole viene sempre meno. La gente vuole vedere una squadra vittoriosa e l’altra umiliata, e dimentica che la vittoria ottenuta barando o grazie all’intervento della folla non ha alcun valore. Anche quando gli spettatori non intervengono fisicamente, essi cercano di influenzare l’incontro incoraggiando la propria squadra e demoralizzando i giocatori avversari con fischi e insulti. Lo sport serio non ha niente a che fare con il fair play. È un miscuglio di odio, gelosia, vanagloria, inosservanza di ogni regola e piacere sadistico di assistere a manifestazioni di violenza: in altre parole è la guerra senza i proiettili.
George Orwell, Lo spirito sportivo (1945)

Documento 5
Più sport per ognuno, spirito di gruppo, divertimento, svago, distrazioni, e tu così non pensi, no? Organizzare, riorganizzare, superorganizzare super-super-sport! Più vignette umoristiche, più fumetti nei libri! Più illustrazioni, ovunque! La gente assimila sempre meno. Tutti sono sempre più impazienti, più agitati e irrequieti. 
Ray Bradbury,  Fahrenheit 451 (1953)

sabato 9 novembre 2019

2 - Legalizzare o proibire: questo è il dilemma

Risultati immagini per legalizzazione droghe

C'è chi chiede sanzioni più severe e carcere duro per i venditori di morte, c'è chi sottolinea l'enorme affare che si regala alla malavita organizzata proseguendo sulla strada del proibizionismo. Sono ormai decenni che si discute su quale sia la strategia più efficace per contrastare un fenomeno che ha molti effetti collaterali indesiderati.
Dopo aver letto i documenti raggiungibili cliccando i link che vi lascio qui sotto, provate ad esprimere il vostro punto di vista senza dimenticare di motivarlo e di fornire esempi tratti dalle vostre esperienze dirette.

Roberto Saviano: “La legalizzazione delle droghe leggere è il vero incubo della criminalità organizzata”

Lotta alla droga: De Facci (Cnca), “serve il ritorno della prevenzione di prossimità” con “adulti competenti”

mercoledì 8 luglio 2015

Incubo sotto l'ombrellone

Cari studenti della IV^ A,

temevate che mi fossi dimenticato di voi? Ma questo è impossibile, lo sapete bene!

Ho fatto un sogno ricorrente negli ultimi giorni:

facevamo lezione in costume e pareo in riva al mare, ed improvvisamente un enorme granchio, mostruoso, bitorzoluto e dai movimenti sinistramente alieni, emergendo dall'oscurità deglli abissi si avvicinava a me minaccioso...
Ovviamente io tentavo di scappare, ma inciampavo su una catasta di libri incrostati di salsedine, di mucillagini e di mitili avariati. Così la terribile creatura mi raggiungeva, mi immobilizzava a terra con la potente stretta delle sue chele, accostava a me delle fauci - ahimé - spaventose, ricoperte di peluria nera, affilate come coltelli, dalle quali fuoriuscivano brandelli di carne sanguinolenta, mista a tendini, midollo e teneri nervi recisi, e mi diceva spettralmente:

ORA

TU

GLIELI FAI LEGGERE

TUTTI!

A questo punto mi risveglio urlando, sudato e spaventato a morte.

                                      §                   §                       §                          §

Qualcosa non torna. Ultimamente mi sento spiato. Uno strano scricchiolio lavora dentro al mio cervello. Questa volta l'ho visto. Allora è vero. Navigando in rete ne ho trovato l'immondo ritratto. Avevo ragione.
Eccolo:


Quell'ex scienziato della Nasa me l'aveva detto: quando lo vedi c'è solo un modo per salvarsi.

Cercate di comprendermi: ne va della mia stessa vita.
Fatelo per me!

Non ho scampo: devo obbedire!

3 libri a testa, scelti da 3 aggregati diversi. 
E una bella recensione online (riassunto+analisi) a commento di questo post.
Entro l'inizio della scuola (tutti l'ultimo giorno, mi raccomando!)

Se mi salvate, ci rivediamo a settembre...
Conto su di voi!

S.D.

La storia siamo noi...
Ippolito Nievo, Le confessioni di un italiano
Elsa Morante, La storia
Primo Levi, Se questo è un uomo, o La tregua
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
Stendhal, Il rosso e il nero


Potere, economia e società
Giovanni Verga, Mastro-don Gesualdo
John Steinbeck, Furore o La perla
George Orwell, 1984
Andrea Baranes, Finanza per indignati
Ray Bradbury, Farheneit 451

Storie di infanzia e di adolescenza
Elsa Morante, L'isola di Arturo
Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini 
Natalia Ginzburg, Lessico famigliare
Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno o I nostri antenati
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto - vol.1 - Dalla parte di Swann
Edmondo de Amicis, Cuore
Carlo Collodi, Pinocchio
Cesare Pavese, La luna e i falò
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio

La vita è...
Gabriele D'Annunzio, Il piacere
Luigi Pirandello, Uno, nessuno, centomila
Italo Svevo, La coscienza di Zeno, Corto viaggio sentimentale
Alberto Moravia, Gli indifferenti
Dino Buzzati, Il deserto dei tartari
Hernest Hemingway, Il vecchio e il mare
Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray

Nel bene e nel male
Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame
Elio Vittorini, Uomini e no
Fedor Dostoevskij, Delitto e castigo
Lev Tolstoij, Sonata a Kreuzer

Inchieste ed investigazioni
Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
Umberto Eco, Il nome della rosa
Franz Kafka, Il processo


(VETRINA IN ALLESTIMENTO)




lunedì 12 gennaio 2015

Uomini e donne

Due identità, due universi.

Parlarsi e comprendersi tra uomini e donne è facile solo apparentemente. Quanti silenzi, quanti pensieri inespressi, quante verità indicibili allontanano uomini e donne: compagni di classe, colleghi di lavoro, coppie di innamorati e coniugi attempati.

Viviamo le stesse esperienze, ma lo facciamo in modo radicalmente diverso: studiamo, lavoriamo, ci sposiamo, abbiamo figli insieme, ma capire l'altro, sintonizzarsi sulle frequenze dell'altro è sempre difficile, spesso impossibile. Condividiamo lo stesso letto, ma siamo due 'io' irriducibili l'uno all'altro, due alterità radicali e assolute.

La cronaca del nostro tempo ce lo dice chiaramente: lo sforzo di incontrarsi si infrange nell'esperienza del divorzio, del tradimento, della persecuzione amorosa, dell'assassinio premeditato; ma anche in un rapporto d'amore mercenario, in un semplice colloquio di lavoro, o sulla china scivolosa dei rapporti professionali o interpersonali.

Uomini e donne: due 'io' irriducibili, due alterità assolute.

Come pensa un uomo, come pensa una donna? A quali differenti principi obbediamo, quali valori stanno dietro i nostri comportamenti? Sono veri gli stereotipi che i comici mettono in scena nelle loro versioni caricaturali dei rapporti uomo-donna? Che cosa rimproveriamo all'altro, di che cosa veniamo rimproverati?

Scandagliamo insieme i tortuosi recessi della psiche umana, guidati dalla nostra esperienza e dai documenti che vi posto qui di seguito.

Cominciamo con il commentarli insieme, tutti quanti, uno per uno.

Buona discussione.

S.D.

DOCUMENTI da commentare:






Sui giocattoli per la prima infanzia - da pag. 162 a 167












L'illusione dell'amore

giovedì 13 novembre 2014

Assalto... alle uRNe!!!

Eccoci giunti alla prima stazione. E' arrivato il momento di decidere cosa vogliamo fare: proseguire il viaggio, o scendere alla prima fermata.

Vi chiedo dunque di pronunciarvi a favore o contro il mantenimento del blog.

E' facile, ma non basta rispondere sì o no. Mi piacerebbe leggere...

1) delle argomentazioni valide (in un senso o nell'altro), che convincano chi non la pensa come voi;
2) qualche confutazione dell'antitesi;
3) per chi opta per il sì, qualche proposta tematica interessante e stimolante.

Attenzione, qui il voto è palese: impariamo a prenderci la responsabilità delle nostre opinioni.

Non mi piaceranno, invece, gli astenuti.

Per il resto, io starò a guardare e garantisco che prenderò atto imperturbabilmente di qualunque vostra decisione.

Vi aspetto su questi schermi

Entro il 20/11/2014

S.D.

4. Libertà e precarietà ai tempi del Coronavirus

Si sta come/ d’autunno/ sugli alberi / le foglie. Ungaretti non poteva conoscere il coronavirus, ma seppe cantare in meravigliosi versi...