Niente ha cambiato il nostro modo di vivere più del progresso tecnologico.
Anno dopo anno assistiamo a rivoluzioni che spazzano via stili di vita ed abitudini antiche o recenti.
Pensiamo per un attimo ad un oggetto cool, da molti amato e desiderato, come l'iPod. Insieme al software iTunes e al negozio virtuale iTunes Store, l'iPod ha rivoluzionato il nostro modo di avvicinarci alla musica e di fruire di contenuti multimediali.
Dopo meno di quindici anni (dal 2001 a pochi mesi fa) iPod è andato in pensione, rimpiazzato da una miriade di altri strumenti - iPad, smartphone, iWatch, tablet, ecc. - che quasi certamente non avranno vita più lunga.
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L'ipod classico: centinaia di canzoni da "indossare" dentro e fuori casa. |
Ma come ci ha cambiato l'iPod? Come ha modificato il nostro stile di vita, il nostro modo di rapportarci con gli altri? Quale eredità ci lascia questo strumento?
A voi la parola! Mi raccomando: un dibattito animato!
Deadline: 31 ottobre 2014
Trovate in calce qualche documento che può stimolare le vostre riflessioni.
Perché ascoltiamo musica ovunque andiamo? (contributo in inglese: pag.131 e 134)
Leggi le prime tre pagine di "Bianca come il latte, rossa come il sangue" di Alessandro d'Avenia
Ecco lo spot originale per il lancio di Ipod nel 2001.
in ogni cosa ci sono vantaggi e svantaggi. Tutto dipende ovviamente dalla scelta che si decide di fare. l'ipod non è escluso da ciò. Infatti ha subito quello che tutti chiamiamo progresso tecnologico. All'inizio all' ipod sono state apportate delle modifiche, come ad esempio la possibilità di accedere ai vari social network (Facebook, Instagram, Ask ecc...) come anche la possibilità di scaricare le app di vario genere. Ora invece è stato completamente sostituito dagli smartphone che permettono di svolgere con un unico oggetto tutte le funzioni (ricevere messaggi e chiamate, navigare in internet, giocare, ascoltare musica e scaricare le app) che prima dovevi svolgere con trenta oggetti diversi.
RispondiEliminaSicuramente l'ipod ha soddisfatto la maggior parte delle esigenze del tempo, ma ora che ci sono delle esigenze e necessità diverse, è giusto che venga sostituito con qualcosa di più funzionale ed adatto a ciò che la società chiede per poter soddisfare le proprie esigenze. E' vero però, che molto spesso il progresso tecnologico cambia repentinamente e costringe ad abbandonare ciò che viene considerato vecchio, magari uno smartphone con una vita di neanche sei mesi con un altro considerato più all'avanguardia ed aggiornato (un esempio è quello dell'iphone 6), ma sostenere questo cambiamento potrebbe portarci ad un futuro migliore.
Grazie Vanin di avere rotto il ghiaccio. Un richiamo al tema, però: esso riguarda come l'iPod ha cambiato la nostra vita e non come è cambiato questo strumento. Chiedo inoltre di interagire con i documenti.
RispondiEliminaVi aspetto!
Negli ultimi cinquant’anni il mondo ha vissuto uno sviluppo ed un progresso mai avvenuto in milioni e milioni d’anni. Tutto ciò grazie alla tecnologia: l’uomo ha iniziato a creare tutto ciò di cui aveva bisogno, passando dalle cose più importanti a quelle più futili. La tecnologia ha influenzato la nostra vita, la generazione precedente ha una mentalità completamente diversa da quella attuale, e quella attuale ne avrà una completamente diversa dalla successiva. E con il progresso sempre più rapido e modelli sempre più moderni, oggetti che venivano usati e che facevano parte della nostra quotidianità sono ora dimenticati.
RispondiEliminaUno di questi l’ipod.
L’ipod è stato lanciato sul mercato nel 2001 dalla Apple e pochi giorni fa la sua produzione è terminata.
Questo lettore di musica è stato uno dei primi dispositivi ad aver favorito l’isolamento dell’individuo e le prime barriere sociali. Cuffie nelle orecchie, le persone hanno iniziato a non guardarsi più in faccia, chiuse nel loro mondo fatto di musica. I dialoghi e le conversazioni che avvenivano negli autobus, alle fermate, sono state sostituite da silenzio ed indifferenza, in una società sempre meno sociale.
Gli ipod sono ora stati sostituiti dagli smartphone, eredi dei primi nella continuazione del processo di isolamento, con all’interno (oltre al lettore si musica) moltre altre funzioni.
Le persone portano in una tasca, o in una borsa, un mondo tecnologico dentro cui si stanno chiudendo sempre più, a discapito delle relazioni vere, sostituite da quelle virtuali.
L’introduzione dell’ iPod ha rivoluzionato come non mai il modo di ascoltare musica, ma più nello specifico come questo nuovo apparecchio ha portato la musica a modificare noi: le nostre relazioni con il mondo e la nostra posizione emotiva nello spazio . A questo proposito il documento in inglese distingue i due aspetti delle relazioni che un soggetto, che utilizza iPod, può avere: uno interiore(come gestisce il suo stato d’animo e i suoi problemi in relazione alla musica) e uno estetico, esterno ( come puoi effettivamente costruisce una relazione con il mondo e con le altre persone).
RispondiEliminaLa rivoluzione fondamentale è questa distinzione, il modo di isolarsi più accessibile e sicuramente più pratico.
Prima c’era chi collezionava un numero esorbitante di CD, magari per chiudersi nella propria stanza e tuffarsi in quel mondo parallelo fatto di dialoghi che mai avverranno, di situazioni improbabili, di sogni, di fantasie, come in un film personale.
Non era però un’ intimità totale: accendere uno stereo in una stanza permetteva certamente di accedere a questo mondo parallelo, ma poteva sempre esserci qualcun’ altro che involontariamente avrebbe violato questo tentativo di isolamento.
Invece, indossare delle cuffie permette di chiudersi in se stessi e non dentro una stanza, luogo sicuramente più ampio. Si tappano anche gli ultimi due collegamenti con il resto del mondo, le orecchie. E allora non c’è più nessun intervento esterno che può disturbare il viaggio mentale, il film mentale.
A tutto questo manca, come non può mai mancare nei film, la colonna sonora. Manca il colore perché “il silenzio è bianco e il bianco non è neanche un colore, non è niente come il silenzio. Solo la colonna sonora giusta può salvarti”, come scrive Alessandro D’ Avenia nelle prime pagine del libro “Bianca come il latte, rossa come il sangue”.
Quindi, oltre all’ inevitabile rivoluzione per quanto riguarda la praticità e la comodità di ascoltare la propria musica ovunque e in ogni momento, iPod permette di portarsi sempre in tasca il proprio mondo personale, la propria bolla e spezzare per la durata di un viaggio, di una corsa o di un semplice momento di riposo tutti i collegamenti con l’esterno.
Tutto ciò naturalmente rivoluziona e rivoluzionerà, in futuro, sempre di più le relazioni con l’esterno. Ora che anche gli smartphone hanno la possibilità di offrire un lettore musicale il processo di isolamento è ancora più rapido e invece di cercare un collegamento con la realtà di tutti si cerca sempre di più un collegamento con la propria realtà, lasciando da parte tutto quello che è fuori.
Senza che l’esterno infranga questo momento di isolamento e senza violare l’intimità di chi ci sta intorno in quel momento.
Qualcuno stamattina ha lasciato l'iPod a casa. Che disdetta. Per lui il normale tragitto fino a scuola sembrerà più lungo del solito. Sarà più noioso, perché non ha con sé strumenti per raggiungere il mondo dell'evasione. É un mondo tutto suo, dove si rifugia dai tentativi di contatto esterni: dei genitori, degli amici, dei meno amici, degli sconosciuti. Stamattina invece dovrà assistere involontariamente alle conversazioni degli altri passeggeri, senza lasciare loro privacy, e non potrà ignorare le vecchie conoscenze, sarà obbligato a salutare. Tante volte situazioni come questa si sono verificate da quando si sono diffusi i lettori mp3, in particolare l'iPod creato da Apple. Ora, dopo quasi quattordici anni, questo dispositivo è fuori produzione. Non c'è da meravigliarsi, ha solo seguito il destino di tutte le altre tecnologie superate nel corso degli anni da dispositivi sempre più innovativi. L'iPod ha però rivoluzionato irreversibilmente la vita di relazione, nonché le modalità di accesso alla propria musica preferita e ora il suo testimone é stato raccolto principalmente da smartphones e tablets. Ha dato inizio al processo di isolamento sociale, che ha aumentato l'indifferenza verso l'altro, amico o sconosciuto. Ha permesso anche di avere sempre con sé, in caso di necessità, la colonna sonora nostra e solo nostra. Ma la rivoluzione ha avuto anche i suoi risvolti positivi: ha permesso a tutti di dare un colore diverso ad ogni giornata bianca, ad ogni giornata piatta e silenziosa. Con la canzone giusta, persino una normale e triste passeggiata solitaria si trasforma in un viaggio epico, ed ecco che la molla della fantasia é pronta a scattare. Ha inoltre permesso un diverso tipo di intesa: senza più parlare, le persone hanno imparato a guardare, osservare il mondo. Le conversazioni si sono ridotte quantitativamente e qualitativamente, ma ora la gente si guarda negli occhi, e con gli occhi dice molto di più che con qualche frase vuota di qualsiasi significato. Non si è più capaci di parlare e confrontarsi a parole, ma si fa molta più attenzione agli sguardi degli altri. Anche Leo, in "Bianca come il latte, rossa come il sangue", gira a caso fissando negli occhi delle ragazze che incontra per sapere che non è solo, che se qualcuno lo guarda allora esiste; instaura con queste ragazze una brevissima relazione e, loro non lo sanno, ma solo così per lui fanno molto. Nonostante i problemi che può aver causato, si può comunque ringraziare iPod, e riconoscere che è stato un ottimo amico, e che se gli chiedevamo aiuto ci faceva compagnia.
RispondiEliminaChiedo scusa per il nome account non immediatamente identificabile. Rimedierò a breve. Valentina Saler
RispondiEliminaLeggo commenti molto interessanti e nient'affatto banali. Ottimo inizio. Aggiungo una considerazione mia, o meglio, un mio dubbio. Certo, possiamo incolpare iPod di averci isolato nelle nostre relazioni sociali. Ma è stato proprio questo strumento la causa di tale fenomeno? Oppure il suo successo mondiale è la prova che tutti nel pianeta non desideravamo altro che isolarci dal mondo? Se così fosse, iPod avrebbe solo soddisfatto un bisogno preesistente, di cui magari non eravamo pienamente coscienti. Che ne pensare?
RispondiEliminaIl bisogno di isolarsi dal mondo è sempre esistito. Non ne è un esempio un semplice libro? Partendo quindi da questo presupposto, l'ipod ha effettivamente soddisfatto un bisogno preesistente. Tuttavia esso ha ingigantito la barriera che ognuno si creava attorno. Quante persone camminano diretti verso lavoro, scuola, supermercato con un libro in mano, immersi nella lettura? Quanti invece ne abbiamo visti con le cuffiette? L'ipod si può utilizzare in molti più ambiti e molto più spesso rispetto ad altre forme di distacco dalla realtà che ci concediamo (o ci concedevamo?).
EliminaSe non è la causa di tale fenomeno, è sicuramente stato il mezzo della sua evoluzione.
Concordo pienamente con Giulia e Alice. L'isolamento é una necessità di ogni essere umano, anche chi ritiene di non aver bisogno di qualche minuto da solo con sé stesso. Con l'iPod anni fa e ora con i più moderni smartphones, ci si può sempre portare appresso uno strumento per rintanarsi senza essere disturbati. Ad esempio, mentre tempo fa la strada e la piazza erano i luoghi di socializzazione per eccellenza, ora proprio negli stessi luoghi é possibile l'isolamento. Non serve aspettare di essere nella propria stanza, bastano due cuffiette. La tranquillità personale é a portata di mano.
EliminaSicuramente l'iPod ha contribuito a renderci meno aperti ai rapporti con gli altri, ma ci sono anche aspetti positivi: memorizzando i testi della canzoni impariamo nuovi vocaboli stranieri e manteniamo la mente allenata, e avendo a disposizione memoria da riempire scopriamo nuovi generi che non avremmo mai pensato di voler aggiungere alla playlist.
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'ultima provocazione, l'isolamento fa parte della natura umana. Forse non cerchiamo la relazione e la comprensione dagli altri, ma sappiamo che l'unica in grado di consolarci è la canzone adatta alla situazione, e che nessun'altro possa farlo. In questo senso l'iPod può essere visto come una grande invenzione della Apple.
Esso ha inoltre aperto un nuovo mondo.
Più avanzato degli MP3, obsoleto rispetto agli iPhone e iPad; l'iPod ci ha lasciato una grande eredità.
Il fatto di essere già fuori produzione, ha dimostrato con quanta rapidità vengono lanciate nuove idee. Magari i nuovi prodotti hanno una qualità o una durata di vita inferiore, ma sono solo strategie di mercato con lo scopo di incentivare i consumatori ad acquistare con maggior frequenza perchè appunto "il telefono è fuori moda" o "si è rotto/è difettoso".
Per noi italiani questa potrebbe essere una buona occasione di uscire dalla crisi e mostrare ciò che valiamo veramente. Quanti giovani disoccupati hanno capacità di inventiva e sono mantenuti? Tra di loro ci può essere il futuro Steve Jobs. Quindi puntare sull' investimento e la continua innovazione tecnologica può solo che giovare al nostro Paese.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGeniali e creativi lanciati in commercio nel 2001 dalla Apple, gli iPod si sono subito diffusi rapidamente sostituendo i Walkmen, i Cd Portatili e l’uso dell’ mp3. Durante il picco di vendite che raggiunsero furono inoltre apportate modifiche di vario genere per il miglioramento del design ed ora sono stati soppiantati da nuovi strumenti più efficienti, quali Smartphone e iPad di cui oggi sono indispensabili e irrinunciabili nelle nostre abitudini quotidiane. Ma come ha modificato il nostro stile di vita l’iPod e il modo di relazionarsi con gli altri? L’approccio tecnologico in relazione con l’essere umano è sempre più profondo e grazie alle miriade di applicazioni contenute nei dispositivi ci ha cambiato radicalmente la vita in termini di relazioni sociali anche se non sempre in positivo, in quanto sta influenzando sempre di più l’individuo ad allontanarsi dal mondo esterno e a isolarsi rinchiudendosi in se stesso. A partire dall’ iPod infatti ciò che ha subito un drastico cambiamento è sicuramente il modo di vivere la realtà di tutti i giorni e in particolare il modo di interagire e la comunicazione tra i soggetti: c’è il desiderio di distaccarsi dal mondo esterno immergendosi nella giusta colonna sonora con gli auricolari alle orecchie come scrive Alessandro D’Avenia nelle prime pagine del libro “Bianca come il latte, rossa come il sangue” : “Perdo il controllo. Non so stare solo. Ho bisogno di... manco io so di cosa. Che rabbia! Ho un iPod in compenso. Eh sì, perché quando esci e sai che ti aspetta una giornata al sapore di asfalto polveroso a scuola e poi un tunnel di noia tra compiti, genitori e cane e poi di nuovo, fino a che morte non vi separi, solo la colonna sonora giusta può salvarti. Ti sbatti due auricolari nelle orecchie ed entri in un'altra dimensione. Entri nell'emozione del colore giusto.” Inoltre ci si cerca solo virtualmente attraverso le piattaforme sociali che permettono la condivisione di foto e la pubblicazione di stati sentimentali in totale libertà tenendosi così sempre aggiornati sulla vita degli altri. Perciò diventa sempre più difficile riuscire a instaurare un discorso di tipo orale, faccia a faccia poiché a causa della diffusione degli iPod e in seguito degli altri strumenti sempre più migliorati ed evoluti le comunicazioni orali si sono riversate nella scrittura di messaggi e di stati.
RispondiEliminaVorrei iniziare questa riflessione toccando un tasto per il momento solamente sfiorato da Alice, la continua evoluzione del bisogno umano nel 21esimo secolo.
RispondiEliminaE' evidente infatti, che il mondo dell'industria capitalistica in cui viviamo, vive della creazione di nuove necessità.
Credo che in questo senso lo spot che ci è stato proposto. sia quanto di più esplicativo ci possa essere.
Vediamo infatti una persona senza nessun carattere distintivo(che potrebbe rappresentare ognuno di noi) ascoltare una canzone tramite il suo computer, e successivamente ripetere la stessa azione tramite il suo nuovo,e per l'epoca innovativo, riproduttore musicale.
E' tutta qui la genialità dell'ideatore di questa pubblicità, far vedere com'era la nostra vita prima di possedere un Ipod, e successivamente mostrare come potrà essere dopo, attraendo il possibile acquirente verso qualcosa di nuovo, di utile, ma soprattutto di terribilmente fantastico!
In quel momento ognuno di noi, pensa solo a come la sua vita potrà cambiare in meglio grazie al proprio Ipod, ma non riflette su cosa potrebbe cambiare in peggio.
Le chiacchierate nei mezzi pubblici diminuiranno drasticamente come gran parte delle relazioni interpersonali, la testa bassa sarà una triste costante durante ogni passeggiata , il vento che passa tra i capelli durante una corsa in bici si potrà percepire con un senso in meno...tuttavia sarà molo più facile trovare il proprio momento di isolamento, o di ozio se preferiamo chiamarlo così, l'ascolto della musica sarà più frequente, per non dire quotidiano anche per chi fino al giorno prima si limitava a canticchiare quella canzoncina che passavano per radio durante la pausa pranzo...
E' estremamente difficile, come spesso accade, avere un'idea sicura e priva di dubbi e controsensi che si susseguono, in riferimento ad un'innovazione tecnologica di questo tipo, ma come diceva qualcuno questo è solo uno strumento, non può essere catalogato, può solo essere utilizzato, nel modo giusto.
O sbagliato...
Ho ripostato il commento correggendo gli errori ortografici causati dall'eccessiva velocità.
RispondiEliminaIl settore delle tecnologie è l’unico che non è ancora stato toccato dalla crisi. Questo significa che ormai noi esseri umani non possiamo proprio farne a meno e forse è proprio questo uno dei problemi principali.
RispondiEliminaLa tecnologia ci ha cambiato in modo radicale, infatti siamo una generazione molto differente rispetto a quella passata, cioè a quella dei nostri genitori, nonni..
Innanzitutto un fattore che ha causato tutto ciò è la continua invenzione di nuovi dispositivi che permettono di ascoltare musica, fare foto e video e per altri ancora più avanzati persino connettersi ad internet.
Uno di questi è l’iPod, lanciato sul mercato nel 2001 dalla Apple. Fino a pochi mesi fa la sua produzione è terminata perché è stato rimpiazzato da molti altri strumenti (iPad, iPhone, Tablet ecc.) con applicazioni sempre più innovative.
Questi dispositivi hanno cambiato un po’ tutti i settori della vita, ma soprattutto il modo di essere della persona.
La canzone che un tempo ascoltavi alla radio o non riuscivi a rintracciare perché non esistevano i mezzi, ora puoi acquistarla su iTunes, un'applicazione sviluppata e distribuita dalla Apple per riprodurre e organizzare file multimediali, permettendo l'acquisto online di canzoni, video e film attraverso il servizio iTunes Store. Sembrerebbe un vantaggio, ma in certi aspetti non lo è. Con questo aumenta l’isolamento della persona e la difficoltà di approcciare con gli altri perché la mente è occupata in continuo con lo schermo del lettore multimediale.
Ma oltre alla musica ci sono altri problemi che causano tutto ciò, ad esempio la diffusione dei social network e di conseguenza il desiderio di esibizionismo. Ed è qua che rientra la fotografia.
Infatti la maggioranza dei giovani al giorno d’oggi, compresi ragazzini e ragazzine dai 11-12 anni, facendosi foto di vario genere, sono convinti di diventare qualcuno. In poche parole, si mettono in mostra per mezzo di internet. E’ questa la mentalità del 21esimo secolo, che, col passare degli anni, diventerà sempre peggiore. Mentre un tempo tutto ciò non esisteva e si socializzava con una persona fin da subito senza problemi, ora si usano prevalentemente le chat private.
Con queste nuove metodologie i problemi dei giovani, se si possono definire tali, aumentano. Perché non si trattano dei veri e propri problemi, bensì depressioni legate a cause banali, come il numero di “mi piace” nelle foto, ad una persona se ti considera o meno in chat, al giudizio degli altri su di te anche non conoscendoti. Ormai ci si basa solamente sull’apparenza della persona.
Questa è la nuova generazione, una generazione con delle persone che non riescono ad arrivare a fine mese, ma si preoccupano che la batteria del loro iPhone arrivi a fine giornata, una generazione che cerca la soluzione ai propri problemi attraverso i testi delle canzoni, una generazione che passa la maggior parte del suo tempo con un dispositivo tra le mani, quando è proprio quello strumento che controlla la persona stessa.
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EliminaIpod, Itunes Store e Itunes hanno decisamente rivoluzionato gran parte del mondo del ventunesimo secolo.
RispondiEliminaE’ necessario precisare che queste tre innovazioni tecnologiche hanno distinte funzioni che mirano tuttavia ad un efficiente servizio tecnologico.
Ipod permette l'ascolto della musica, la visualizzazione di immagini e video che vengono inseriti al suo interno tramite il software Itunes attraverso il quale sono possibili molte operazioni (creare delle playlist che consistono in vere e proprie scalette di canzoni, definire i generi appartenenti agli artisti o agli album, eccetera).
Inoltre, senza particolari sforzi, il software Itunes Store permette di acquistare ad un prezzo modesto le canzoni o album desiderati.
Tutto ciò ha fatto si che la maggior parte della popolazione acquisti musica tramite questi software a differenza di una ristretta elìte di intenditori di musica, i quali non apprezzano la qualità delle incisioni mp3 perchè ritengono necessario l'ascolto sullo stereo con i vinili, quali prestano una maggiore completezza di suono.
E’ condivisibile che questi sistemi portino effettivamente ad una introversione dell'individuo perchè l'Ipod può fungere implicitamente da "scaccia pensieri" e molte volte è una fonte di relax che non fa pensare ai problemi della società, piccoli o grandi che siano.
In aggiunta, il carattere introverso dell'individuo nel dialogo con le persone è sorto sicuramente prima della diffusione dell'ipod, con i messaggi telefonici che portarono l'uomo a dialogare sempre di più tramite questi sistemi.
Tale fatto provocò delle difficoltà nell'affrontare a "prima vista " i problemi perchè sempre di più ci si abituava ad una vita piuttosto virtuale.
Ipod è diventato ora uno strumento obsoleto perchè superato da altri mezzi che offrono maggiori servizi e migliori qualità.
Tuttavia questo lettore mp3 non è svanito dalla società perchè utilizzato ancora da diverse persone.
Alessandrini Francesco
Al giorno d’oggi a causa della crisi economica è sempre più difficile investire su nuove tecnologia quali possono essere computer, telefoni, televisori ecc. Tuttavia è difficile trovare una famiglia che non disponga di un computer ( addirittura adesso è possibile pagare le bollette direttamente da internet). Cosi come era difficile trovare pochi anni fa ( ma comunque adesso tanti lo hanno ancora) chi non aveva un lettore mp3, che permette di interagire con un ‘infinità di funzioni in poco tempo e in qualsiasi luogo sei. Purtroppo, tutte le cose prima o poi si estinguono , ed è quello che è successo quest’anno al mitico ipod della apple, una “scatolina” che ci ha fatto passare dal comprare il cd al negozio, al scaricare la canzone da itunes. La società non ne ha risentito di tutto questo, perché è stato rimpiazzato da tecnologie che offrono le medesime funzioni e alcune ne offrono anche di più. L’ipod ha fatto la sua storia ( uscito nel 2001) e fa sempre rammarico vedere svanire una cosa che usavi quando eri più piccolo. Tutti questi strumenti ( ipod , telefoni) ti permettono di staccare la spina e isolarti del mondo, nel bene o nel male. Nel bene, perché ascoltando la tua musica preferita, ti scioglie la mente, ti rilassa magari anche da una giornata difficile; nel male, perché comunque la tecnologia crea solitudine e ti rovina la tua vita sociale al di fuori del mondo virtuale. Se ne è andato un grande amico
RispondiEliminaFacendo riferimento ai primi commenti scritti: criticare la tecnologia (nei più svariati modi che essa si presenta: ipod, smartphone, ipad, mac...) elencandone soltanto gli aspetti negativi, usando la tecnologia stessa; sembra un pò un paradosso.
RispondiEliminaAl giorno d' oggi, usare uno strumento informatico fa parte della quotidianità, probabilmente molte volte ce ne serviamo senza nemmeno accorgercene: posso immaginare che le prime pagine del libro “bianca come il latte, rossa come il sangue” siano state lette nella versione virtuale, oppure si è fatto ricorso al testo cartaceo noleggiato in biblioteca?
Questa provocazione si pone come obbiettivo lo scopo di farci ragionare sulle molteplici funzioni che l'ipod (una volta), lo smartphone (ora) e gli strumenti tecnologici futuri ci hanno offerto, ci offrono e ci offriranno.
Noi stessi abbiamo incentivato il progresso tecnologico, a tal punto da rendere un oggetto tecnologicamente avanzato ,qual' era l' ipod, obsoleto nel giro quattordici anni, tanto da essere andato “in pensione” ossia fuori produzione.
La tecnologia, in sé, è un mezzo potentissimo che può aiutarci a semplificare la vita, se usata nel modo corretto, ed è anche per questo che è divenuta indispensabile oggigiorno.
Quindi, il punto focale della questione è il modo corretto di usare la tecnologia.
Molto spesso colleghiamo lo strumento tecnologico come mezzo di evasione: indossare le cuffiette, esternandosi dal mondo della vita reale, creando, cosi, una sorta di “mondo parallelo” fatto su misura per noi con la nostra “colonna sonora” preferita; ma è proprio a questo che mira la tecnologia?
Sono d'accordo con la provocazione che hai dato: forse non dovremmo soffermarci solo sul fatto che l'iPod abbia una funzione di isolamento.
EliminaConcordo pienamente con la tesi portata avanti dalla classe. Ipod, uno degli strumenti che ha contribuito a dare la spinta decisiva all’accettazione dello stato depressivo, dell’introversione e dell’emarginazione come costante nella routine della nostra generazione. Come dice d’Avenia nel documento allegato al post “C’è qualcuno che mi accompagna e da colore alla mia giornata” Leo non fa niente per uscire dalla noia di ogni giorno, non prova a sviare la realtà cambiando le proprie abitudini, si limita semplicemente ad accettare i fatti. Unica consolazione? Cuffie nelle orecchie e si prepara, in modo che definirei passivo, alle 24 ore che lo aspettano, consapevole del fatto che ogni cosa sarà in qualche modo addolcita da un sottofondo musicale. Addolcita però, non colorata.
RispondiEliminaAdesso però vorrei sollevare un’altra questione, rimandando tutti ad osservare con quale semplicità l’attore dello spot pubblicitario abbia inserito all’interno della tasca della giacca lo strumento di riproduzione multimediale. Ecco questo è il punto: la facilità. La tecnologia porta ad una semplificazione delle azioni giornaliere, ogni cosa diventa più comoda, maggiormente accessibile: l’Ipod è tascabile, Internet è una quantità esorbitante di informazioni alla portata di un unico e semplice “click”, i momenti perfetti che vengono racchiusi all’interno delle gallerie dei nostri smartphones tramite foto, video, frammenti di testi.. Una continua, veloce e inevitabile riduzione degli obblighi naturali e dei tabù. Anche questo compito, le tre ore classiche di tema vengono sostituite con mezz’ora del nostro tempo pomeridiano e le penne vengono sostituite dalla tastiera del computer, evitando le estenuanti ore passate a scrivere nel foglio protocollo. Tutto più semplice. Sempre più limiti, sempre più paletti vengono abbattuti, senza preoccuparsi però, di raggiungere uno stato d’equilibrio.
Leggendo il tuo commento mi sono balenate un paio di idee, che condivido con tutti: la prima è che l'emozione più frequente che provo nel rapporto con persone estranee è l'imbarazzo; la seconda è che ogni soluzione semplice - dal fast food al telecomando - provoca presto o tardi degenerazioni e dipendenza. Le due cose possono stare assieme. Gli incontri dovrebbero costituire per tutti un'opportunità, però è più semplice ignorare gli altri evitando imbarazzi. Eppure la voglia di stare insieme c'è: basta frequentare Facebook o le chat per capirlo. Da dove deriva l'introversione del nostro tempo, mascherata da comportamenti apparentemente disinvolti?
EliminaNegli ultimi cinquant'anni la tecnologia ha fatto veramente passi da gigante. Essa ci ha fornito una varietà incredibile di strumenti, molti dei quali hanno migliorato notevolmente la nostra vita, provocando spesso mutamenti all’interno della società. Ad esempio l’introduzione del computer, definita da molti come la migliore invenzione tecnologica dell’uomo, ha permesso di svolgere attività impiegando una ridottissima quantità di tempo rispetto agli anni precedenti, ma ha eliminato numerosissime professioni lavorative intermediarie. Anche altri strumenti hanno avuto nella storia recente un successo formidabile, come ad esempio l’Ipod. La produzione di questo strumento è ora terminata, ma ancora oggi, è difficile non vedere ragazzi e adulti che non ascoltino musica mentre passeggiano o svolgono le loro attività quotidiane. Il modo di ascoltare la musica ha subito diversi cambiamenti innovativi nella storia. Infatti si è partiti da un semplice fonografo, fino ad arrivare al più sofisticato smartphone. Ma in tutte queste innovazioni tecnologiche di questo settore, non ci saremmo forse dimenticati il vero motivo per cui noi ascoltiamo la musica. Per molti le cuffiette e un Ipod sono strumenti che al giorno d’oggi non si può fare a meno e per questo vengono utilizzati in ogni momento della giornata che è loro consentito. La vita in questo modo assume delle sembianze monotone dove la massima interrelazione tra persone è costituita da incroci di sguardi spenti. In questo modo si forma un silenzio assordante, dove uomini e donne non possono comunicare perché isolati in un mondo parallelo. Inoltre al giorno d’oggi, diventa sempre più arduo conoscere dall’aspetto di una persona i sui gusti e pensieri perché troppo separati dalla società. Tutto questo non dovrebbe succedere, perché la musica deve essere vissuta in modo assolutamente opposto! La musica dovrebbe essere un momento di condivisione, dove attraverso note di sottofondo, ascoltate da più persone, si può esprimere le proprie emozioni e dolori in modo da descrivere i propri stati d’animo e quindi il proprio modo di essere.
RispondiElimina"IPod addio: Apple lo manda in pensione", titolo di un articolo di giornale di pochi giorni fa, che fa riflettere, specialmente la generazione cresciuta con questo tipo di apparecchio, di come il processo tecnologico stia cambiando così velocemente. Si pensi come iPod solamente tredici anni fa abbia rivoluzionato il globo. Un semplice dispositivo che raccoglieva in se tantissime applicazioni: lettore video, lettore musicale, stereo, fotocamera, giochi, applicazioni meteo, applicazioni di cucina e per non parlare delle applicazioni sportive. Si pensi per esempio a "Runtastic" applicazione superflua precedentemente, ora, come dice il motto dell'app "Runtastic, rende lo sport fantastic".
RispondiEliminaÈ solo dopo l’avvento di questa applicazione che lo sport diventa fantastic?
Ed è questa l’eredità che vuole lasciarci e tramandarci iPod?
Rispondendo ai commenti dei blogger precedenti, per non tutti usare iPod equivale a costruire un mondo parallelo. Consideriamo invece gli aspetti sociali e collaborativi della musica: come ci suggerisce l’articolo “Perché ascoltiamo musica ovunque andiamo?”.
Quante volte si ha condiviso con il proprio partner o amico la cuffietta di iPod? Oppure, in modo più ampio: quante volte abbiamo realizzato una playlist speciale per la festa di un nostro amico, creata pensando a lui, oppure per la propria squadra di sportiva?
Addirittura in alcune aziende, come indica l’articolo, i colleghi creano delle playlist per le giornate di lavoro.
Se pensiamo a tutto questo, allora iPod ci ha lasciato proprio un valore inestimabile: la capacità di migliorare le giornate e condividere insieme del tempo.
Aspetto non trascurabile ai giorni nostri. Non credete?
Concordo pienamente con te Chiara!
EliminaDopo neanche quindici anni di vita il simbolo di una rivoluzione nella musica e nell’informatica che ancora non è finita è stato dimenticato silenziosamente.
RispondiEliminaL’Ipod fu il primo lettore multimediale tascabile che ci permise di ascoltare la musica dovunque e comodamente, di guardare immagini e video che ritraevano i momenti più importanti della nostra vita. Questo dispositivo elettronico diede il via ad un processo di isolamento nelle relazioni sociali, ma possiamo incolpare totalmente l’Ipod di questo fenomeno o ha solamente soddisfatto il bisogno dell’uomo di potersi isolare dovunque in qualsiasi momento?
Come scrive Alessandro d’Avenia nel libro “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, riportando i pensieri di Leo, un normale ragazzo adolescente vittima della routine quotidiana: “Ho un iPod in compenso. Eh sì, perché quando esci e sai che ti aspetta una giornata al sapore di asfalto polveroso a scuola e poi un tunnel di noia tra compiti, genitori e cane e poi di nuovo, fino a che morte non vi separi, solo la colonna sonora giusta può salvarti. Ti sbatti due auricolari nelle orecchie ed entri in un'altra dimensione. Entri nell'emozione del colore giusto.; l’Ipod, dandoci la possibilità di portate dovunque le nostre canzoni preferite, ci ha aiutato a creare un'altra dimensione parallela a quella in cui viviamo senza dover viaggiare, o isolarci fisicamente ma mettendo semplicemente due cuffiette nelle orecchie. La musica è come un’ancora di salvezza da una routine monotona, dalle preoccupazioni della vita, come se bastasse la canzone giusta al mattino a farti cambiare umore o a darti la forza per affrontare la giornata, “cuffiette come flebi”, che ti ricaricano in qualunque luogo e momento. Forse quindi l’Ipod ha solamente contribuito al fenomeno di isolamento quale bisogno era già preesistente nell’uomo che l’ha utilizzato solamente come strumento per soddisfarlo.
Inoltre sono d’accordo con l’osservazione di Giacomo Rosin riguardo la facilità, la comodità che ha portato la tecnologia. L’uomo ha creato dei prodotti che soddisfano soprattutto i propri bisogni pratici per facilitare la convivenza in una società sempre più frenetica...quindi che ruolo ha la tecnologia nella società?è uno strumento di isolamento, utile a semplificare la vita e a favorire la comunicazione tramite ad esempio i social network? O favorisce il tutto solo apparentemente?
Ripeto dei concetti espressi precedentemente dai miei compagni ossia il fatto che l’Ipod e i dispositivi che si sono diffusi successivamente sono un modo per allontanarci dalla società; premettendo che associo il lettore mp3 o Ipod alla musica, unicamente alla musica. Per vedere in concreto ciò basta entrare la mattina in un autobus, tutti con le cuffiette alle orecchie e pochi brevi dialoghi. Ecco come è cambiato il rapportarci con gli altri.
RispondiEliminaNel romanzo infatti Leonardo dice che non sa stare da solo, ma non cerca la compagnia di altre persone, bensì pensa: “ho un Ipod in compenso”; dispositivo che gli permette, attraverso l’ascolto della musica, di entrare in un’altra dimensione, gli crea delle emozione dal colore giusto, non del colore grigio dell’asfalto che caratterizza i nostri giorni.
È come dice Leonardo? I nostri giorni sono tutti grigi come l’asfalto? Bah siamo noi che non andiamo! Che vediamo tutto nero e rendiamo le cose più drammatiche di quello che sono. Nell’ascoltare musica attraverso le cuffie troviamo il modo per fuggire dalla realtà dalla vita che si ripete sempre allo stesso modo, ogni giorno uguale all’altro. Specifico: non tramite un lettore cd o stereo, perché non ci danno la stessa intimità delle cuffie, le quali ci permettono di crearci un nostro mondo, in cui non può entrare nessun’altro , un’intimità che non può essere violata.
La nostra generazione, la MIA generazione è praticamente nata con l’Ipod, come posso sapere se l’individuo nel mondo non desiderava altro che isolarsi? Posso fare una supposizione: è una moda, e come tutte le mode rende la gente conformista, una prima supposizione. Oppure il mondo, per meglio dire l’uomo, ha fatto talmente schifo negli ultimi tempi che si è cercato un mezzo per fuggire dai problemi che si sono creati col tempo.
Avranno anche smesso di produrre lettori mp3, ma con questo? La musica è cambiata? abbiamo smesso di ascoltarla con le cuffie? Non mi pare proprio! Il dispositivo si è evoluto, tutto qui; e quindi non offre solo una bella playlist, ma anche tutta una serie di programmi e applicazioni.
Isolarci dalle relazioni sociali: perché ora siamo prigionieri in un mondo virtuale (non riguarda la musica), non perché siamo costretti ma perché siamo un branco di pecore, che si seguono l’una con l’altra, se una si butta nel fosso le altre la seguono. Siamo prigionieri perché se volessimo potremmo uscire da tutto questo, e limitare la tecnologia a usi scolastici e di approfondimento, invece ci siamo creati un’altra vita falsa (il più delle volte), perché tutti sono bravi a fingere di fronte a un computer o allo schermo del cellulare. Noi abbiamo dato la forma alle creazioni di menti illuminate che hanno saputo cogliere quello di cui avevano bisogno i giovani, di questa generazione.
Granzotto Chiara
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RispondiEliminaCon il passare degli anni le nuove generazioni cambiano continuamente il proprio stile di vita perché influenzate soprattutto dalle nuove invenzioni tecnologiche. Dal 2001, con la nascita e lo sviluppo dell'IPod, molti giovani hanno cambiato il proprio modo di vivere e di relazionarsi con gli altri, isolandosi sempre più dalla vita di tutti i giorni e dalle persone che gli stanno attorno. Questo ha portato e porterà a un isolamento sempre maggiore della persona, fino a chiudersi in sé stessi e non avere più la capacità di dialogare con gli altri. Infatti, molte volte, quando si è a contatto con persone, ad esempio in autobus, si preferisce ascoltare musica con le cuffiette piuttosto che ascoltare i discorsi altrui. Da quando si sono sviluppate le nuove tecnologie, i ragazzi le usano in modo non consono a quello che dovrebbe essere il normale utilizzo. I giovani, dalla nascita dell’iPod, dello smartphone e dell’iPad, non sono più quelli di un tempo; non escono più con gli amici, non si trovano al parco per parlare o giocare e si rinchiudono nelle loro stanze soli con questi nuovi apparecchi. Le nuove generazioni apprendono sempre più velocemente questo nuovo modo di approcciarsi alla vita e questo è dovuto soprattutto alla mentalità delle persone che si lasciano influenzare da fattori esterni. Però dobbiamo dire che la tecnologia non è un fattore negativo, ma ha pure dei vantaggi. L’iPod, che ora è stato sostituito da nuovi strumenti come lo smartphone, non viene utilizzato solo per ascoltare musica, ma anche per la visualizzazione di immagini o la ricerca sul web e altre molteplici operazioni. In realtà, ognuno di noi possiede strumenti informativi capaci di compiere funzioni con facilità e rapidità che un tempo erano impensabili. La tecnologia ormai fa parte della vita quotidiana e non se ne può più fare a meno perché se un soggetto non la utilizza rischia di essere emarginato dagli altri che ne fanno uso. Molti di noi sentono il bisogno di qualcosa che ci faccia sentire meglio e che dia un senso alla vita, cioè un colore come dice Alessandro d'Avenia, l’autore di “Bianca come il latte e rossa come il sangue”.
RispondiEliminaNegli ultimi commenti è stata introdotta un'interessante discussione sul vero scopo della tecnologia.
RispondiEliminaSicuramente iPod, insieme gli altri strumenti creati in seguito, ha solo soddisfatto un desiderio di isolamento che già esisteva.
Tutte le possibilità offerte dalla tecnologia hanno sostituito la lettura cartacea di un libro, una passeggiata, l'acquisto di un quotidiano al mattino e di molto altro.
Concordo con chi ritiene che la tecnologia e il processo tecnologico non siano da considerare solo in base agli aspetti negativi, ma tutte queste possibilità che abbiamo sono veramente utilizzate nel migliore o nel corretto modo?
Il continuo progresso è un'arma a doppio taglio: da una parte tutto è a portata di mano in pochi secondi, dall'altra ci si dimentica spesso delle cose più elementari, come ad esempio costruire un semplice dialogo con qualcuno senza utilizzare un cellulare o un computer. Per ogni cosa che si migliora, un'altra decade.
Oggi anche il biglietto dell'autobus è acquistabile via sms. Allora in futuro magari non ci saranno più biblioteche, non si andrà più dal giornalaio, un'azione elementare verrà sostituita da un semplice gesto.
L'impressione è che l'uomo, con il passare del tempo, stia diventando sempre più piccolo rispetto a questo fenomeno. È inevitabile che si scelga la via più semplice per realizzare un proprio bisogno, con il rischio di essere risucchiati, di diventare dipendenti dall'invitante possibilità di rendere tutto apparentemente più immediato. Lo scopo della tecnologia è proprio questo: rendere il tutto sempre più semplice. Invogliato l'uomo si farà sedurre, e poi? Forse un giorno lo stesso uomo sarà solo un accessorio di un apparecchio che potrà controllarlo in ogni singola azione della quotidianità. La scelta è dell'individuo, che potrebbe benissimo astenersi o addirittura rifiutare il progresso.
Il confine fra il giusto e il sbagliato quindi è molto sottile, è un tiro alla fune continuo e sotto certi aspetti inevitabile.
Concordo pienamente con te Elena. La società si sta evolvendo a braccetto con le scoperte tecnologiche. Da una prima considerazione, l'uomo sembra uscirne vincitore da tutto questo, perchè tali innovazioni stanno rendendo notevolmente più semplici le nostre vite. Ma in secondo luogo l'umanità sta subendo questo mutamento della società, diventando sempre più schiavo di queste nuove tecnologie. Esso è un fenomeno irreversibile, ma che solo con l'azione dell'uomo potrà arrestarsi.
EliminaSono d'accordo con le affermazioni riguardo al degrado dei giovani (le quali,non scordiamoci, possono benissimo essere attribuite anche agli adulti), ma non concordo con il fatto che la società sia destinata a peggiorare. La mia sarà pure un'utopia, ma essendo l'uomo imprevedibile ed in continua evoluzione, riusciremo a svilupparci mentalmente, e a capire cosa conta realmente nella vita. Ampliando la mente, risolveremo molti problemi, o accadranno eventi che ci faranno maturare e utilizzare i social network per fini migliori. So che é una contraddizione con ciò che ho postato precedentemente, in quanto incitavo allo sviluppo tecnologico e, di conseguenza, a fornire all'umanità nuovi mezzi, nuove mode,nuovi social network, nuove applicazioni ecc; ma é ciò di cui abbiamo bisogno solo ora. Esistono bisogni da sempre (quelli essenziali), e bisogni effimeri,di poco conto adatti al momento o che riproducono più modernamente quelli essenziali. Necessitiamo di innovazione, distrazioni e consolazione negli anni di crisi. É vero come dice Chiara Granzotto che le cuffie e la musica sono sempre quelle; ma c'é l'applicazione nuova, il giochino nuovo, la cover bella, i video in HD, le fotocamere dei cellulari con 46 mega pixel, l' accessorio che permette una connessione al pc o alla tv. Queste tendenze però, si stanzioneranno per un certo periodo, magari al raggiungimento di un nuovo boom, per poi riprendere successivamente con un'altra crisi. Gli eventi che accadono nella storia si ripetono, sarà quindi nuovamente necessario puntare sull'innovazione. Volevo aggiungere inoltre, che la tecnologia ci aiuta in parte a esprimere queste idee che sicuramente la maggior parte delle persone non farebbe mai in classe per timore di essere controcorrente. Ovviamente non mi riferisco alle chat facebook e whatsapp nelle quali esprimiamo tutto ciò che vogliamo con sconosciuti (in questo senso la tecnologia ci ha veramente portati a chiuderci in noi stessi); mi riferisco piuttosto alle questioni di cui si aveva paura di parlare anche quando la tecnologia non era sviluppata (come i semplici argomenti trattati durante le ore di lezione). Se il professore di matematica creasse una chat virtuale per discutere della propria materia ad esempio, non si sentirebbero gli studenti maggiormente a proprio agio e incentivati a sottoporre le domande non fatte di mattina a tutta la classe ottendendo risultati migliori?
RispondiEliminaUno dei settori che sicuramente non ha sentito la crisi economica diffusasi negli ultimi anni è stato quello delle tecnologie.
RispondiEliminaDal '900 in poi questo settore ha iniziato a svilupparsi sempre di più: sono infatti molti i prodotti lanciati sul mercato, come i primi telefoni cellulari, i primi computer passando poi per i walkman, i lettori mp3 fino ad arrivare al 2001.
L'azienda informatica Apple lancia sul mercato un dispositivo del tutto innovativo: l'iPod. Questo prodotto ha grande successo nella società per diversi motivi: è molto avanzato, permette di scaricare la musica da un negozio virtuale, l'iTunes Store, di fare fotografie, guardare video e successivamente anche di connettersi e navigare in internet.
Tutto ciò influenzerà e non poco la generazione: facendo riferimento infatti alle pagine del libro "Bianca come il latte, rossa come il sangue", si può ben notare che l'iPod diventerà uno strumento usuale della vita quotidiana. Infatti viene usato durante i viaggi lunghi, o per andare a scuola per non annoiarsi, durante gli allenamenti in palestra, o ancora per "prendersi una pausa", e inoltrarsi nel mondo della musica.
Si può intuire che questo dispositivo giovi molto; niente più coda al negozio per prendersi i dischi in vinile bensì un rapido download di singole canzoni o interi album per modiche cifre, un'occasione di conoscere nuovi generi musicali anche stranieri, imparando parole nuove.
E' un occasione anche, come dicevo prima, per isolarsi dal mondo, mettere da parte brutti pensieri e situazioni difficile e lasciarsi andare in questo mondo virtuale che in un certo senso ci tranquillizza, è come uno sfogo interiore.
Questo però limita il dialogo con i coetanei, con i familiari. Molte persone infatti evitano il colloquio, il confidarsi proprio per rifugiarsi nella musica.
Ma, ricollegandomi a quanto detto dal mio compagno Federico, è bene pensare: è proprio l'isolamento da noi stessi l'obiettivo dell'iPod?
Sicuramente l'iPod è stato uno strumento che ha di fatto cambiato la società: esso può considerarsi come uno dei prodotti, insieme al telefono cellulare, che ha dato il via alla nuova era tecnologica.
L'avanzamento dei dispositivi è ben noto e molto rapido, tanto che l'iPod nel giro di una decina d'anni è scomparso dal commercio, sostituito da Mac, iPhone, Tablet e affini.
Ci saranno sempre più nuove invenzioni, nuovi cambiamenti e adattamenti che faranno cambiare, oltre all'estetica e al funzionamento, anche la società di oggi e di domani.
In un mondo in cui c'è un continuo mutamento nel campo tecnologico e non solo, non c'è da stupirsi se ci sono alcuni strumenti che passano da essere soprannominati un'"innovazione" a semplicemente un "reperto storico".
RispondiEliminaUn esempio pratico potrebbe essere quello dell'Ipod che, introdotto sul mercato nel 2001 dalla azienda americana di Cupertino, portò un importante cambiamento al modo di ascoltare musica e non solo. Innanzitutto, la casa produttrice Apple, nel produrre tale strumento si concentrò sulla richiesta dei consumatori sviluppando un prodotto del tutto innovativo che riusciva a contenere più di mille canzoni, con una struttura pari a una scatola di gomme. Insomma un vero gigante tecnologico..
Essendo uno strumento di facile portata, come sottolinea Giacomo, è diventato presto (2001 - 2010) un bestseller, superando le interpretazioni dei concorrenti come la Sony, avendo la visualizzazione delle immagini, video e successivamente molto altro, e, nonostante il suo enorme successo, oggi la sua produzione cessò.
Per molti aspetti è stato un vivo protagonista di vita di moltissime persone. Dietro a quella piccola scatola ci sta un mondo pieno di emozioni..per ogni stato d'animo si collega una canzone (come dice Alessandro D'Avenia nelle prime pagine del libro "bianca come il latte, rossa come il sangue)...il momento pre esame, il tragitto casa-scuola o semplicemente un minuto di relax sono momenti in cui prendi le cuffiette e ti concentri su te stesso attraverso il mondo della musica.
Non è concepibile che l'iPod sia considerato lo strumento "CAUSA" dell'isolamento, perché l'essere umano è padrone di sé stesso e nessun suo comportamento può essere giustificato da un semplice aggeggio.
La tecnologia non è la causa dei problemi, ma può diventare una soluzione se l'uomo riesce a usarla correttamente senza abuso.
S.N.
Cari studenti, vi leggo con grande interesse. Ho però dei dubbi su cui mi piacerebbe dibattere con voi. Primo: al di là dell'isolamento, con le cuffiette sempre nelle orecchie non rischiamo di vivere una vita in fondo falsa, di percepire la realtà e noi stessi in chiave "estetizzante", cioè come se fossimo i protagonisti di un film con la sua brava colonna sonora? Secondo: il tempo trascorso senza dialoghi e senza musica, il tempo trascorso da soli con noi stessi è solamente un tempi noioso e vuoto, o può assumere un senso, avete un valore?
RispondiEliminaQuante volte al giorno d’oggi, in vari ambiti, abbiamo sentito parlare di innovazione tecnologica. Dal campo educativo al campo della telefonia, fino ad arrivare al campo della vita quotidiana di un individuo. Ormai la differenza di mentalità tra il pensiero dell’uomo moderno e il pensiero dell’uomo del passato ha fatto si che non si riconoscano più quali siano i bisogni primari e quali quelli secondari. A testimonianza della mia tesi vorrei riportare l’esempio dell’Ipod. Questo strumento, oltre a rappresentare un modo per ascoltare musica, visualizzare immagini e video e in alcuni casi a navigare in internet, costituisce anche un modo di isolarsi dal resto del mondo, deteriorando così i rapporti con le persone. La nascita di tale strumento inoltre, ci ha fatto passare dal comprare i CD dai negozi di dischi, a scaricare la canzone direttamente da internet(iTunes) o acquistarlo direttamente da negozi virtuali (iTunes Store). Bisogna specificare che lo scopo di tale oggetto al momento della sua creazione non era quello di rovinare i rapporti tra le persone; ciò infatti avviene a causa dell’uso e spesso abuso, dello stesso, che ha portato l’individuo in alcuni casi, a rinchiudersi in una base musicale piuttosto che superare i problemi che la vita gli presenta dinnanzi.
RispondiEliminaIpod è diventato ora uno strumento “antico” perchè rimpiazzato da altri mezzi come smartphone, tablet, Ipad, ecc che contengono maggiori nonché migliori funzioni. Molto probabilmente anche questi oggetti verranno in futuro superati da nuove tecnologie, che a loro deterioreranno ulteriormente la personalità di un individuo, rendendoli insicuri.
Mi scuso per il ritardo ma purtroppo ho avuto problemi alla connessione, e più precisamente con il computer!
RispondiEliminaLa tecnologia negli ultimi anni ha cambiato totalmente la vita dell'uomo. Il mercato ha lanciato strumenti sempre più innovativi, tra cui gli smartphon, i tablet, gli ipod e vari apparecchi moderni che vengono utilizzati da ciascuno di noi nella quotidianità. Questi dispositivi sono ormai considerati indispensabili per la nostra routine: c' è chi si ascolta la musica con le cuffiette, chi per svolgere ricerche usufruisce del computer, e chi in viaggio si guarda un film con il tablet tra le mani. E' scontato affermare che grazie al progresso tecnologico si ha una disponibilità di informazioni in tutti gli ambiti, una maggiore rapidità delle attività lavorative e tempi e modi comunicativi sempre più diretti.
Basti pensare all' ipod,come esso ha avuto un grosso impatto sulla società di oggi e come abbia cambiato radicalmente la visione delle cose.
L' ipod è diventato essenziale sia per i giovani, ma anche per una buona parte degli adulti, questo perché la musica ci consente di riflettere, di rilassarci e magri di scaricare le tensioni o magari di accompagnarci nei nostri momenti di solitudine.
Le risorse multimediali che esso dispone ci permettono di fotografare e riprendere ogni attimo della nostra vita, cosicché ogni momento sia catturato e tenuto sempre a portata di mano.
L' ipod è stato però sostituito dagli ultimi modelli tecnologici, che oltre a disporre delle stesse capacità dell' ipod include altre applicazioni.
Oggigiorno questi strumenti ci accompagnano nella nostra quotidianità diventando ormai un bisogno naturale e necessario.
Vorrei comunque aggiungere un mio pensiero in base a quello che ho precedentemente letto!
EliminaSono dell'idea che l'ipod non bisognerebbe vederlo da un punto di vista negativo, che a causa di esso le relazioni sociali siano cambiate, e che abbiano portato all' isolamento l'individuo.
Le funzioni di cui dispone l' ipod permette cose che in passato nessuno avrebbe mai immaginato! Ascoltare musica quando si vuole, scaricare le nostre canzoni preferite e averle direttamente a portato di mano, credo sia soltanto una grande fortuna!
La nostra generazione è cresciuta con questa visione delle cose totalmente diversa da quella del passato. Possiamo dire che siamo una generazione di materialisti, ma questo perchè è stato proprio l'uomo che ha permesso questo, lanciando sul mercato oggetti e strumenti che fan si che essi diventino un bisogno necessario per vivere nella nostra società!
Qualcuno tenti di rispondere alle mie domande del 15 ottobre. Grazie
RispondiEliminaColgo al balzo la palla lanciata dal prof per provare a riflettere su alcune questioni per niente scontate, anzi con un sfondo a tratti filosofico alquanto interessante.
RispondiEliminaPerchè il fatto di percepire noi stessi e, più in generale tutta la realtà, in chiave estetizzante non è un rischio, ma più probabilmente un dato di fatto con cui confrontarsi quotidianamente, la domanda più esatta da porsi, quindi, potrebbe essere non tanto se, ma piuttosto perchè? Perchè la nostra generazione (mi riferisco fondamentalmente ai ragazzi nati dagli anni novanta in poi) è letteralmente schiava dell'immagine, e dell'apparire?
La risposta che viene alla mente in maniera più rapida è sicuramente l'accumulo di social network che si è verificato negli anni duemila, ed il modo in cui essi si sono imposti all'interno della società, rendendoci tutti, chi più e chi meno, un po' dipendenti.
Questi social network sono letteralmente una vetrina, nella quale chiunque può mostrarsi, facendosi vedere agli altri e la logica conseguenza di tutto ciò è una smodata voglia di voler apparire cercando sempre di salire un palcoscenico e sembrare più belli e più importanti di quello che realmente si è.
Apparentemente l'Ipod non dovrebbe c'entrare pressochè nulla con quanto detto, tuttavia se visto sotto un' ottica differente, si potrà notare come anch'esso porti le persone a creare una parete tra la vita reale e la cosiddetta vita virtuale, distaccata dalla realtà e legata strettamente da una visione delle cose contorta e pressapochista.
Proprio qua appare naturale il collegamento con l'altro quesito che ci era stato posto, il tempo passato da soli in silenzio, può assumere ancora un valore, alla luce di ciò che è stato detto fino adesso? Molto probabilmente potrebbe; infatti l'importanza da attribuire a questo tipo di “ozio riflessivo” molto probabilmente dovrebbe essere nettamente superiore rispetto a quanta ne viene data solitamente; ci permette di entrare nel profondo del nostro io, lasciando spazio a riflessioni e pensieri che non sfiorerebbero nemmeno la nostra testa durante la vita frenetica che siamo costretti a vivere.
Ed è proprio a causa dei ritmi che la nostra vita ha assunto, che questo spazio introspettivo non sarà mai forzato, ma potrà soltanto essere cercato e creato da noi...
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RispondiEliminaVorrei provare a fare una sorta di viaggio a ritroso cominciando da qualcosa che apparentemente non c'entra nulla con l'argomento principale di questa discussione.
RispondiElimina“Il silenzio è bianco e il bianco non è neanche un colore. Non è niente, come il silenzio. Un niente senza parole e senza musica.”.
Questi sono alcuni dei concetti essenziali che Alessandro D'Avenia scrive nelle prime pagine del libro "Bianca come il latte, rossa come il sangue". Il protagonista vive una quotidianità abitudinaria limitandosi a introdurre due auricolari nelle orecchie per riuscire a scappare dal silenzio che lo opprime, evitando in questo modo di rimanere da solo con se stesso e pensare a come uscire dalla noiosa routine che ha creato con le sue stesse mani.
Ma davvero il tempo trascorso in solitudine può essere percepito solamente come
qualcosa di soffocante e allo stesso tempo altamente futile?
Il quesito appena posto è abbastanza complesso in quanto ognuno ha una propria
visione ben precisa riguardo questo particolare momento che oserei definire triste ma andando ad analizzare la situazione ci rendiamo conto che l'essere umano, seppur inconsciamente, percepisce il bisogno di consumare anche solo qualche minuto unicamente con il proprio "Io" interiore lasciandosi alle spalle la vita frenetica che lo travolge ogni giorno.
Sente la necessità di uscire per un istante dal caos del mondo esterno trovando rifugio nelle riflessioni e nei pensieri che solo nei momenti passati in silenzio riescono a emergere, senza essere giudicati e senza paura di esporre le proprie idee in totale libertà.
Ecco, preferisco vedere il silenzio come una sorta di libertà personale piuttosto che come un qualcosa di opprimente da cui si cerca in ogni modo di fuggire.
È una tela bianca: sta a noi decidere in che modo ma sopratutto se dipingerla.
La musica è un valido espediente per rendere più piacevole, ma sopratutto riempire, questa assenza di rumori ed "entrare nell'emozione del colore giusto", l'emozione che rappresenta il tuo stato d'animo e ti permettere di ravvivare il grigiore dell'asfalto.
Perchè infilarsi due cuffiette nelle orecchie e fuggire dalla realtà è più semplice che
pensare ad un modo per rendere meno noiosa e piatta la nostra vita. Perchè è più facile e rilassante rifugiarsi in un mondo in cui nessun'altro può entrare e dove la tranquillità personale è assicurata piuttosto che cominciare a conversare con qualcuno durante un tragitto in autobus. Ed è proprio questo il punto. L'essere umano ha bisogno di semplificare qualsiasi cosa e renderla più agevole nel suo utilizzo. Ed è successo così anche in campo tecnologico. Come possiamo vedere nello spot pubblicitario creato da Apple per lanciare Ipod sul mercato nel 2001 il soggetto ascolta una canzone tramite il computer, chiuso nella sua stanza e successivamente carica lo stesso motivetto nel suo nuovo lettore musicale, pronto per uscire e portare con se l'oggetto in questione.
Questo è lo scopo della tecnologia: semplificare e rendere più comoda qualsiasi azione quotidiana e il solo fatto che Ipod ormai sia andato fuori produzione dopo nemmeno quindici anni, sostituito da mezzi ancora più innovativi e accessibili dimostra come stia sviluppandosi velocemente il progresso tecnologico e con quanta rapidità l'uomo lanci nuovo idee.
Ma come ogni cosa anche la tecnologia ha il suo lato negativo, anzi relativamente
negativo poichè sta a noi moderarci nell'utilizzare le enormi possibilità che essa ci offre, senza cadere nell'eccesso o nella dipendenza.
Già dipendenza, parola tanto forte quanto vera per i ragazzi della nostra generazione che sono diventati letteralmente schiavi dell'apparire senza realmente essere, sopratutto grazie alla nascita dei social network: piattaforme dove ognuno può esporsi e dare l'immagine che esso stesso percepisce di se in chiave "estetizzante", o meglio vorrebbe che gli altri percepissero. Creandosi una vera e propria vita nel web.
EliminaE anche qui entra in gioco l'Ipod perchè in un certo senso ascoltare la musica in qualsiasi luogo vogliamo e in particolare in ogni momento della giornata ha contribuito a costruirci un mondo tutto nostro fatto di musica innalzando ulteriormente le barriere sociali.
La tecnologia è uno strumento potente nelle nostre mani, sta a ciascuno di noi capire come usarlo a proprio vantaggio.
Ho dovuto per forza dividere il commento in due perchè i caratteri disponibili non erano sufficienti.
Sono d'accordo con te Chiara sul fatto che,come ho già ribadito in precedenza,la tecnologia è uno strumento molto utile ma ha anche degli aspetti negativi; sta a noi capire come usarlo a nostro vantaggio.
EliminaInoltre ho trovato interessante il paragone del silenzio ad una tela bianca,alla libertà,perchè è difficile saper colorare il silenzio nel modo corretto, utilizzandolo in modo vantaggioso.
Non concordo sul fatto che con le cuffiette rischiamo di vivere una realtà falsa. Ognuno ha dei vuoti, dei momenti bui, ma niente meglio della musica sa riempirli. Il tempo che trascorriamo da soli potrebbe sembrare una sorta di isolamento, ma ha un valore perché consente di riflettere su noi stessi, e ciò é importante. La musica é un gira-tempo: permette di fermarci per qualche minuto e pensare alle nostre azioni passate, alle intenzioni future, agli sbagli commessi, ai momenti belli. É incredibile come sette note possano creare l' infinito e una infinità di pensieri. A volte è meglio essere consolati da una melodia che consiglia senza ascoltare i problemi, anziché stare insieme agli altri e sentirsi soli, subendo delle critiche o incomprensioni. Inoltre la musica è l'unica cosa che nella vita ci sarà sempre, e grazie ad essa l'uomo è sempre riuscito a superare i momenti peggiori.Pensiamo agli schiavi africani deportati in America: per sopravvivere al lavoro, alle condizioni precarie e di sfruttamento, alleviavano il dolore della loro vita con la musica. Hanno creato le "work song" che poi hanno dato vita al blues, che a sua volta ha dato vita a tanti altri generi. La musica semplicemente fa parte della nostra vita e, come in questo caso, genera vita. Sa riempire il colmo che lascia l' uomo quando é egoista. Più che in chiave "estetizzante", percepiamo la realtà in chiave di violino! É giusto avere una colonna sonora, noi siamo i protagonisti del film della vita, noi siamo i direttori d'orchestra.
RispondiEliminaCara Alice scusa ma penso che tu stia confondendo il concetto di musica, tra l'altro vastissimo e sul quale potremmo perdere giorni a discutere, tanti sono gli spunti di riflessione che può offrire, con il concetto di partenza, ovvero l'Ipod.
EliminaInfatti, le cose che hai detto sono bellissime e inconfutabili, ma sono riferibili più ad un contesto prettamente legato alla musica ed a come essa influenza la vita delle persone, ma manca il collegamento con la tecnologia.
Probabilmente non hai detto assolutamente nulla di sbagliato anzi, ma non credi che la tecnologia (ovviamente insieme ai modelli proposti e magari alle tendenze che arrivano a noi come un'onda in grado di travolgere tutti dagli Stati Uniti) stia velocizzando un processo che ci porta a percepire la nostra vita in chiave estetizzante?
Al di là della musica, non ti viene da pensare che il poterla ascoltare in qualunque momento e di conseguenza di poterla utilizzare come via di fuga artificiale per i problemi della vita possa essere sbagliato?
Infine,ricollegandomi al tuo discorso, non credi che sempre a causa di questi riproduttori musicali portatili, si tende ad utilizzare la musica sempre più come un sottofondo per la nostra vita senza soffermarsi ad ascoltare tutte le vibrazioni che l'artista vuole far percepire, oppure le storie, le emozioni, le esperienze che ci vuole raccontare...
Alice, indubbiamente hai detto cose giuste e degne di nota ma, come ha detto Milo, stai confondendo il concetto di musica con quello generale di Ipod.
EliminaTralasciando ciò, volevo puntualizzare questo. È vero, gli schiavi africani deportati in America per sopravvivere al lavoro e alle condizioni precarie, alleviavano il dolore della loro vita con la musica. Ma lo riducevano, quindi non lo eliminavano completamente. Senza tener conto che sono due situazioni decisamente differenti. Un conto è "fare musica" interagendo comunque attraverso il canto con altre persone. Un altro è infilarsi due auricolari nelle orecchie chiudersi in un mondo a cui gli altri è impedito entrare. L'hai affermato proprio tu "A volte è meglio essere consolati da una melodia che consiglia senza ascoltare i problemi, anziché stare insieme agli altri e sentirsi soli, subendo delle critiche o incomprensioni.". Tu hai descritto la musica quasi come se essa avesse il potere di risolvere i problemi oltre che permetterti di ripensare ai momenti più significativi della tua vita ma di fatto non è così.
I problemi potranno anche sembrare meno opprimenti e meno pesanti con un sottofondo musicale che li accompagna ma la verità è che non svaniscono finchè non li affronti nella vita reale.
Noi viviamo la vita come se fossimo i protagonisti di un film con la nostra colonna sonora, in chiave "estetizzante", ma la verità è che la nostra vita non è un film.
Saranno pure concetti scontati ma ci tenevo a esprimerli.
Volevo considerare i commenti dei miei compagni per trarne poi una riflessione: la musica può essere considerata via di fuga se ci aiuta ad alleviare un problema, se, più di un dialogo, favorisce il superamento di un momento difficile.
EliminaA mio modo di vedere un genere musicale può essere associato ad un'emozione, ad una situazione che viviamo durante la nostra vita; ad esempio una canzone con tono malinconico può rappresentare un ricordo, oppure come detto da Alice, le "work song" possono far diminuire il dolore degli schiavi africani.
L'iPod inoltre, come dicono le pagine del libro "Bianca come il latte, rossa come il sangue" può essere usato come strumento per combattere la noia durante il viaggio per andare a scuola, oppure nei momenti di solitudine.
Tutto ciò non significa secondo me che l'iPod con le cuffiette e la musica deve essere solo uno strumento per combattere la noia, nè solo un modo per rendere meno opprimenti i problemi.
Non dovremmo limitarci a considerarne un solo scopo, ma invece renderci conto che può in diverse occasioni essere uno strumento che fa parte della nostra vita.
Scrivendo il mio commento ero consapevole che stavo privilegiando l'argomento "musica" a quello "tecnologia", perchè cercavo di dare una risposta alle provocazioni del prof.
EliminaPer quanto riguarda la "chiave estetizzante", errore mio, ho pubblicato la brutta copia di quello che doveva essere il mio commento. Volevo scrivere: oltre che in chiave "estetizzante", percepiamo la realtà anche in chiave di violino!".
Come ho già detto la musica in certi casi allevia il dolore, in altri riempie i vuoti causati dalle delusioni e sofferenze di ognuno.
Inoltre penso sia diverso un appassionato di musica che come dice Milo "percepisce ciò che l'artista vuole comunicare" da chi la ascolta per la semplice necessità di avere un sottofondo, di urlare al mondo ciò che prova o per riflettere. Personalmente vive entrambe le situazioni in momenti diversi e credo che lo facciate anche voi.
Quando dicevo: "a volte è meglio essere consolati da una melodia che consiglia senza ascoltare problemi, anzichè stare insieme agli altri e sentirsi soli, subendo delle critiche o incomprensioni", quel SENTIRSI SOLI è perchè non troviamo le forze di affrontare la realtà o ci proviamo ma non riusciamo, è lì che subentra la musica per consolarci, quando ci rendiamo conto che è una possibile soluzione.
C'è poi chi preferisce vivere in una realtà falsa, anzichè soffrire per una in cui non si vuole stare. C'è chi si crea un film per vivere meglio (ciò penso valga di più per gli adolescenti).
Non riesco a sistemare i rientri e la punteggiatura, quando usero` il computer provvedero` a sistemare.
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RispondiEliminaCarissimi, rinnovo il mio giudizio lusinghiero sul livello di questo dibattito e invito tutti ad intervenire. Suvvia, niente timidezza! Per stimolare il confronto, ho postato un nuovo documento, ovvero un breve contributo video. Potete accedervi cliccando sul link che si trova sotto lo spot di lancio di iPod nel 2001. Continuo a seguirvi!
RispondiEliminaInnanzitutto parto analizzando una frase letta in uno dei post precedenti: “..ha solo soddisfatto un desiderio di isolamento che già esisteva”. Come può un qualsiasi organismo, il quale viene messo perennemente alla prova, avere bisogno di isolarsi; come può l’uomo, il quale è sottoposto a continui stimoli negativi o positivi, desiderare l’introversione e preferirla addirittura alla condivisione? Se si stesse confondendo il desiderio di isolarsi con la pigrizia? Mi spiego: ogni azione che dobbiamo compiere viene più o meno limitata dal pensiero che evitandola otterremo di poter evitare una scocciatura; ogni volta che eludiamo delle conversazioni mettendoci delle cuffie alle orecchie otteniamo di non dover essere esposti a emozioni che potrebbero risultare scomode; ogni volta che compiamo ragionamenti sul senso delle cose, viziati da una sinfonia di fondo, otteniamo di non dover impegnarci seriamente, otteniamo di non dover formulare un discorso chiaro dall’inizio alla fine. Isolandoci riusciamo a consolarci senza dover riflettere su come superare le avversità ma bensì ci facciamo trascinare da esse senza risolverle.
RispondiEliminaUn ragionamento simile si può fare per capire perché la necessità di apparire abbia superato la necessità di essere. Sono poche le persone che ancora riescono a superare la barriera creata dalla pigrizia, che si muovono e lottano per ottenere un’immagine tutta loro, non conforme ai canoni della società. E’ molto più facile accettare l’omologazione, seguire linee comportamentali che qualcuno ha già tracciato e che sono già state accettate, indossando maschere che vengono costruite da qualcun altro in serie.
Condivido le opinioni e i punti di vista portati avanti dai miei compagni negli ultimi commenti, per quanto riguarda l’effetto della musica sulla nostra vita e sui nostri momenti di riflessione.
RispondiEliminaCondivido sia l’idea di Chiara Santinon quando dice che la musica, in realtà, aiuta solo ad alleviare i problemi e non certamente a risolverli completamente, e sia l’idea di Milo quando dice :
“A causa di questi riproduttori musicali portatili, si tende ad utilizzare la musica sempre più come un sottofondo per la nostra vita senza soffermarsi ad ascoltare tutte le vibrazioni che l'artista vuole far percepire, oppure le storie, le emozioni, le esperienze che ci vuole raccontare...”.
Vorrei, però rispondere alla sua ultima provocazione, professore, rispetto al significato che possiamo attribuire al tempo che trascorriamo da soli, con noi stessi. Se questo arco di tempo è noioso e vuoto o può assumere un senso.
Giacomo, a proposito, ha scritto che l’uomo isolandosi riesce a trovare un modo per consolarsi e mascherare i problemi senza risolverli veramente, questo è vero.
Non condivido, però, il collegamento con la pigrizia o il fatto di considerare l’isolamento solo come via di fuga; una scorciatoia ai tanti problemi.
Come dice lui, l’uomo è messo continuamente alla prova e proprio per questo, secondo me, è inevitabile che ricerchi, durante la sua giornata, un momento di solitudine.
Mi ha colpito Camilleri, che seguo da molto e del quale ho letto quasi tutti i romanzi, nell’intervista quando spiega “nelle ore passate in silenzio ed immobilità si decideva il destino delle nostre vite”, riferendosi al gioco delle monetine.
In tanti dei suoi romanzi, che ho letto, questo autore mette in risalto i momenti di riflessione interiore che il commissario Montalbano ha durante tutta la sua giornata.
il protagonista, infatti, trova nel mare o nel suono delle onde un momento di tranquillità e di serenità lontano dalla sua vita composta di enigmi e di casi improbabili.
L’isolamento è parte inevitabile, quasi essenziale all’interno dei nostri giorni; è il solo momento nel quale possiamo mettere in ordine le idee o chiarircele. Prima di affrontare qualsiasi ostacolo dobbiamo metterci d’accordo con noi stessi, pianificare un percorso.
Con questo non voglio dire che basta un iPod per risolvere i problemi, che basta una canzone, perché poi i problemi si devono affrontare e non evitare.
Mi premeva ribadire che il desiderio di isolamento, più che alla pigrizia, è legato alla naturale necessità di trovare un luogo privato, solo nostro dove possiamo svuotare la mente e in qualche modo prevedere le nostre mosse future.
Un po’ come Moltalbano, che non ha l’iPod ma il mare: il mare è l’unico luogo dove può trovare se stesso, dove può instaurare un dialogo con il suo profondo.
Lo fa ogni giorno: alla mattina, prima di andare a lavoro, con una nuotata e alla sera prima di dormire, guardando il mare bevendo un bicchiere di vino e come dice Camilleri, decidere il destino della sua vita.
Quindi, il tempo che trascorriamo con noi stessi non è assolutamente noioso o vuoto, ma assume un significato molto importante.
Molto interessante questo intervento. Mi chiedo però se l'iPod possa veramente essere paragonato al sottofondo sonoro del mare, che libera l'immenso potenziale del pensiero puro e lo lascia espandersi ed avvitarsi nelle sue inafferrabili geometrie, o non piuttosto ad un pantano nel quale ci si rotola. Magari me lo potete spiegare voi.
RispondiEliminaPer parte mia io rivendico l'importanza insostituibile della solitudine e del tempo vuoto, vuoto - intendo - da tutto, anche dalla musica, dalla letteratura, dall'arte oltre che dallo smartphone, da Facebook e Whatsapp. Se ci pensate, oggi questo spazio esistenziale è sempre più assediato dalla vita frenetica e proprio dalla tecnologia. O no?
RispondiEliminaVolevo ritornare per un momento, al concetto di isolarsi dalla vita reale tramite ipod per porre un dubbio che mi è sorto leggendo i commenti.
RispondiEliminaL’isolarsi, il continuo ricercare la propria privacy non può essere un modo per vivere magari anche per un breve periodo (il tragitto in autobus casa-scuola/scuola-casa) i sogni che senza ipod nella vita normale e reale di tutti i giorni sappiano già che non accadranno mai? Non può essere che ipod venisse usato per staccarsi dallo schifo di quotidianità che si vive o viveva ed intercalarsi in un mondo fatto puramente di sogni nostri o obiettivi che ci si prefiggeva e che solamente nella nostra testa potevano avere successo ed essere realizzati?
Freud dice, che quando ci caliamo nel sonno più profondo il nostro subconscio prende il sopravvento sul conscio, e che quindi tutti i nostri: dubbi, perplessità,sogni,obiettivi,problemi più irrealizzabili o traumatici tornano a farci visita, ma Freud ha vissuto in un periodo in cui la tecnologia ancora non esisteva, chi può dire quindi che ipod non facesse (ad un livello più superficiale) a qualsiasi ora del giorno ciò che il sonno provoca al nostro subconscio e al nostro conscio solamente durante la notte?
Come si è già largamente dibattuto precedentemente, l’iPod permette di avere sempre a disposizione la propria musica preferita. Con essa la nostra mente è abituata a viaggiare, a riportare a galla emozioni dimenticate, che possiamo ancora sentire vive dentro di noi. È un po’ quello che fanno i sogni: insieme a dubbi, problemi, dolori, desideri, ritornano anche le esperienze passate.
EliminaSe, mentre ci troviamo insieme ad altre persone(anche sconosciuti), ascoltiamo una canzone che ci riporta ad un particolare periodo della nostra vita, rischiamo di compromettere la vera emozione che scaturisce da quei ricordi. Possiamo sentirci ancora più isolati e distanti dalla società, che non ha provato le stesse emozioni (o almeno così crediamo). Allo stesso tempo, non possiamo mostrare in piazza queste emozioni, che provengono dal più profondo della nostra mente e quindi vogliamo a tutti i costi tenerci strette.
Si rischia una dimostrazione di debolezza in pubblico. Possiamo ascoltare la musica ma senza coinvolgimento emotivo, rivivendo così non del tutto i nostri momenti migliori.
L'apple dagli anni settanta (periodo della sua fondazione) ha ottenuto un successo formidabile e quindi miliardi e miliardi di profitti. Questo è stato possibile grazie ad uno studio accurato, da parte dei suoi produttori, delle esigenze primarie dell'uomo. Infatti le loro invenzioni hanno reso le nostre vite senza alcun dubbio più semplici e felici. In questo caso l'ipod è stato creato per soddisfare il nostro bisogno di isolamento, momento in cui tutti gli uomini tentano di trovare durante la giornata, per raggiungere il proprio benessere interiore. Per questo esso è un valore positivo, perchè permette ad esempio di riflettere sulla propria vita e di pensare alle azioni svolte durante la giornata, togliendoci la maschera che, a contatto con le altre persone o svolgendo le nostre attività quotidiane, indossiamo. Ma per tutte le tecnologie, è compito dell'uomo usarle correttamente. In vari casi possiamo osservare dei veri e propri abusi, spesso causati dalla voglia irrefrenabile di dimostrarsi, ai propri coetanei o eventualmente agli sconosciuti che si incontrano quotidianamente, in linea ai parametri della società. Infatti spesso si acquistano determinati oggetti o si svolgono delle attività “alla moda”, per mettersi alla pari con il resto della popolazione. Inoltre al giorno d’oggi le giovani generazioni preferiscono isolarsi con Ipod e Smartphone, che relazionarsi con il resto della società. Questo è l’aspetto negativo dell’isolamento: esso non deve essere continuamente ricercato, ma deve essere raggiunto in momenti consoni. Questo uso sbagliato dell’ipod, con il passare degli anni, porterà ad un isolamento sempre maggiore della persona, con le relative conseguenze. Infatti si eviterà ogni possibile relazione diretta, comunicando solamente via e-mail, social network e mezzi telefonici (ad esempio whatsapp).
RispondiEliminaIpod è decisamente un sistema per sviare i nostri pensieri in dubbi, sogni e problemi irrealizzabili. Condivido l'importanza della solitudine da qualsiasi mezzo di distrazione.
RispondiEliminaLa vita frenetica limita l'immenso potenziale del pensiero puro perché sempre meno si riesce a ricavare del tempo da dedicare alle attività che liberano la mente, come lo sport, suonare uno strumento musicale o praticare una semplice passione che ci faccia provare la migliore sensazione: libertà!
Volevo ribadire il significato di solitudine: lo stare e il vivere solo. Chiaramente per contesti di solitudine si possono considerare ,oltre allo stare seduti in autobus e all’osservare le onde del mare, tutte le situazioni che permettono all’uomo di sfogarsi: da correre a saltare, da cantare a suonare, da nuotare a praticare qualsiasi attività individuale.
Ma quello che mi chiedo è se sia proprio vero che al giorno d’oggi sia impossibile trovare un momento per stare soli. Dai commenti di alcuni compagni sembra che per pensare non si trovi più il tempo. Questo perché si considera solamente il tragitto dell’ autobus casa-scuola e scuola-casa nel quale si ascolta la musica con Ipod, ma non è così, ogni giorno svolgiamo in solitudine molteplici attività che ci permettono di riflettere e non ce ne rendiamo conto.
La solitudine, il tempo passato solo con noi stessi senza musica, Whatsapp, Facebook e altri social network, è un momento essenziale.
RispondiEliminaQuesto perché ti consente di chiarire le idee, riflettere su come stai affrontando la vita e nel caso in cui ci fossero dei problemi da superare, puoi pensare tranquillamente senza farti condizionare da fattori esterni.
E’ anche un modo per conoscersi meglio e scoprire nuovi lati del proprio carattere.
Però il tempo trascorso con i cosiddetti “amici/nemici” (cuffiette-musica, social network) dei giovani del giorno d’oggi è di gran lunga maggiore rispetto al tempo trascorso senza. Quello spazio dedicato solamente a noi stessi, come dice il professore, è sempre più assediato dalla vita frenetica e proprio dalla tecnologia.
Ho utilizzate il termine “amici/nemici” perché noi giovani, a forza di frequentarli, ci rendiamo conto che sono dei veri e propri antagonisti ma la maggior parte delle volte preferiamo la compagnia loro rispetto al vuoto.
Questo perché siamo in un periodo in cui , a causa della tecnologia e delle sue conseguenze, non ci importa molto di noi stessi, del nostro stato d’animo, bensì ad altre cose che riteniamo più importanti ma che non lo sono veramente.
Facendo riferimento all’intervista ad Andrea Camilleri, egli trova i momenti di riflessione nel mare e nella spiaggia, stando con i propri amici e passare il tempo col gioco delle monetine.
Questa è una vera e propria immagine naturale, una di quelle immagini che nel nostro periodo è quasi completamente svanita.
Quindi rispondendo ad una delle ultime provocazioni del professore, nella generazione del narratore Camilleri di quando era giovane, l’iPod attuale poteva essere paragonato al sottofondo sonoro del mare, mentre nella generazione attuale è paragonato ad un pantano nel quale ci si rotola.
Nel corso del tempo ognuno crea la sua colonna sonora personale, per rendersi più protagonista della propria vita, solo per riappropriarsi di qualcosa che è solo suo. Mettere le cuffiette e ascoltare la propria canzone preferita in un momento che altrimenti sarebbe vuoto, “bianco”, lo fa vivere in maniera estetizzata solo per soddisfazione personale. Non è per sembrare diversi agli occhi degli altri, è un cambiamento visibile solo personalmente, per sentirsi migliori, non per mostrarsi migliori di qualcun altro.
RispondiEliminaIn altre parole: ascoltiamo musica (da soli e con le cuffiette) per ricavarci un mondo completamente nostro. Ne abbiamo bisogno perché viviamo continuamente in relazione con moltissime persone, che possono farci vivere esperienze piacevoli o negative. Ed ecco che arriva il momento, da soli con sé stessi, di metabolizzare queste esperienze e riflettere su ciò che si è e si vuole diventare. In questo processo la presenza di un sottofondo musicale è facoltativo: in alcuni casi può aiutare, mentre in altri è solo fonte di distrazione.
Dunque il tempo vuoto ha un suo significato perché, come dice Andrea Camilleri, “si decide il destino delle nostre vite”. Non sono da sottovalutare i momenti trascorsi insieme unicamente ai propri pensieri, senza alcuna distrazione, anche se a volte per paura si preferisce evitare la loro unica compagnia, il fatale scontro con sé stessi. Penso però che anche la musica possa creare il giusto ambiente per la riflessione, solo qualora non sia necessaria una certa dose di concentrazione.
Questo non vuole difendere la possibilità che l’iPod dà di portare sempre con sé il kit per la riflessione, precedentemente criticata, solo riconoscere il suo vero aiuto nel viaggio introspettivo di ognuno
Credo che Saler faccia bene a ricordare il contributo positivo che iPod e tutti i dispositivi mobili di cui siamo dotati danno alla qualità della nostra vita; ciononostante mi chiedo sino a che punto siamo in grado - tutti, giovani e adulti, bambini ed anziani - di costruire un rapporto sano ed equilibrato con lo strumento, senza finire preda della comodità e della pigrizia, senza indulgere in un rapporto morboso ed esclusivo precipitando in una spirale di dipendenza a causa della quale ci sentiamo perduti se una volta dimentichiamo quell'oggetto. Non è già così nel rapporto fra molti di noi e lo smartphone? Sfido chiunque di voi ad un volontario e salutare percorso di disintossicazione di giorni totali 7 e sono pronto a scommettere che nessuno avrà il coraggio e la costanza di accettare. Chi raccoglie il guanto?
RispondiEliminaPer fare un uso sano della tecnologia sarebbe necessaria una consapevolezza critica delle opportunità e dei rischi connessi con l'utilizzo di un bene strumentale (in altre parole di una educazione e una cultura) che è ridicolo pensare sia sufficientemente diffusa. Un piccolo esempio: alla mia nipotina di sei anni è stato acquistato per 12 euro una sottomarca di iPod che ha tutte le funzionalità proprie dell'originale. Allora mi chiedo e vi chiedo: che tipo di influenza potrà esercitare la pressione tecnologica su utenti così indifesi, così fragili? Cosa dobbiamo aspettarci dalla prossima generazione?
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EliminaNessuno al giorno d'oggi esce di casa senza avere con sè un dispositivo tecnologico per chiamare, mandare messaggi, collegarsi ad internet o per svolgere altre numerosissime operazioni collegate alle precedenti. Ma quello che balza sicuramente all'occhio è che anche i bambini possiedono, già all'età di 6/7 anni, uno smartphone. Questo è un esempio di come le nuove generazioni di ragazzi e genitori si stanno evolvendo all'interno della società. Infatti i nostri genitori, soltanto all'età di 30/40 anni, si dirigevano ad acquistare un telefono cellulare. Certo, i telefoni di una volta non sono sicuramente paragonabili con quelli che tutti noi utilizziamo al giorno d'oggi, ma rispetto al passato una cosa è sicuramente cambiata: l'educazione alla tecnologia. In passato infatti, tutti utilizzavano le nuove tecnologie per migliorare le proprie condizioni di vita o per facilitare le proprie professioni lavorative. Invece tra noi giovani, spesso è presente un vero e proprio abuso di questi innovativi strumenti . Ad esempio, abbiamo fatto della loro presenza un mezzo indispensabile per le nostre relazioni interpersonali (whatsapp, facebook ecc.). La tecnologia nella società odierna è a portata di mano di ogni famiglia (anche la più povera). In questo modo i bambini, avendo la possibilità di disporre continuamente di questi strumenti, non capiscono la loro reale utilità. Infatti, mentre in passato i nostri genitori gli acquistavano per le loro esigenze, oggi i bambini non hanno uno scopo reale nell'utilizzarle. In quest'ultimo caso, le giovani generazioni non sapranno riconoscere i vantaggi o i rischi che si nasconderanno all'interno di essi. Con questo voglio dire che solamente il vero bisogno ci consente di utilizzare in modo sano e responsabile le nuove tecnologie. Per questo sarà impossibile in futuro, decidere di astenersi, per un periodo di tempo medio-lungo, da tali strumenti (già oggi è molto difficile).
EliminaL’ipod non può essere certamente paragonato al sottofondo del mare, o al sottofondo di un fresco bosco estivo, o ad altri scenari della natura che tuttavia rappresentano l’ideale di pace, serenità, tranquillità, armonia. Ma purtroppo al giorno d’oggi in quanti hanno la possibilità di potersi ritrovare in luoghi del genere? Senza gli schiamazzi dei bagnanti, senza il rombo delle auto, senza distrazioni. Quante persone hanno potuto assaporare il silenzio, il pieno, immenso, infinito silenzio di cui parla Camilleri, grazie al quale “si decide il destino delle nostre vite”? Perché è grazie a quei momenti in solitudine, di riflessione, che un individuo può finalmente elaborare tutte quello che è il proprio passato e presente, per poi decidere il proprio futuro. Rimango quindi dell’opinione che ognuno abbia bisogno di momenti di isolamento, per un sviluppo e una crescita interiore, che andranno a determinare l’individuo che si creerà grazie a questo lento e costante processo spirituale.
RispondiEliminaLa società d’oggi, frenetica, in continuo movimento ed agitazione, non può più concedersi dei momenti di silenzio. È un’impresa ardua trovare sia il momento sia il luogo adatto. Per questo un paio di cuffiette alle orecchie sono il modo più semplice, veloce ed efficace per ottenere un risultato perlomeno simile: ognuno si crea la propria scena, dove riflettere, sfogarsi, liberare la mente affollata dagli impegni ed obblighi quotidiani.
Per quanto riguarda gli smartphone, gli eredi dell’ipod, in parte possono aiutarci a creare il nostro mondo in cui riflettere, in parte sono degli strumenti diventati indispensabili: un navigatore tascabile nel caso in cui non si riesca a trovare un luogo in cui abbiamo un appuntamento importante, un modo di tenerci in contatto con le persone a grandi distanze, un modo per rintracciare ed essere rintracciati facilmente in caso di necessità … Ed infine sono diventati anche degli strumenti completamente inutili se usati male.
Trovo molto interessante la sfida da Lei lanciata, professore, di disintossicazione totale. Tuttavia come ho appena scritto, la parte indispensabile (o forse non solo) di questo strumento la rende di difficile attuazione a molti individui.
La tecnologia può essere schiava e può essere padrona. Sta a noi approcciarci nel modo giusto, dominarla e non farci dominare.
Colgo la palla al balzo dall’intervento che ha fatto il Prof. pochi commenti prima del mio, lei propone di stare sette giorni senza cellulare o apparecchi elettronici, personalmente sono riuscita a sopravvivere, per ben 10 giorni… Forse le tempistiche, il luogo in cui mi trovavo e la compagnia che avevo mi facevano sentire bene anche senza la strumentazione tecnologica. Certo lo ammetto è stato molto faticoso il primo giorno, ma poi è stato davvero un toccasana.
RispondiEliminaMa non voglio soffermarmi troppo a parlare della mia esperienza personale, ecco perché vorrei riflettere sulla mia generazione e su quelle che stanno crescendo con questi apparecchi.
Un bambino nato nel 2014, anno dell’uscita dell’ iPhone 6, potrà mai scarabocchiare un libretto delle prime letture oppure comporre un puzzle disteso sopra il tappeto in salotto?
Credo di no, o per lo meno sarà sempre più raro. La sostituzione anche di un semplice puzzle con una qualsiasi applicazione può significare molto per un bimbo, la difficoltà di cercare in tanti pezzi e scegliere quello adatto, la bellezza di un traguardo dopo averlo composto e il divertimento che si ha, quando dopo averlo completato lo si distrugge e lo si ricompone all’infinito; sensazioni che nessuno più potrà mai provare. E quello stesso bambino nato nel 2014, riuscirà in futuro a sostituire una lampadina bruciata oppure riparare la ruota di una bici? Forse solamente dopo la consultazione di un video su Youtube!
L’uso della tecnologia, infatti, influenzerà tutte quelle attività di vita quotidiana, che richiedono una certa progettualità e capacità costruttiva.
Senza pensare al neonato, chi riuscirebbe tra di noi a riparare la ruota di una bici? (Maschietti prima di tutti!).
La tecnologia da dieci anni a questa parte avanza alla velocità della luce. La mia generazione non riesce a percepire i cambiamenti delle abitudini, stili di vita, dei modi di pensare e dei modi d’uso derivanti dall’utilizzo dei vari pc, smartphone, ipod, ipad ecc. Questo perché qualsiasi nuova applicazione di un nuovo apparecchio non cambia radicalmente e sue proprietà. Ormai a distanza di sei un mesi massimo un anno, escono modelli avanzati dello stesso telefono cellulare o computer che non cambiano, sostanzialmente, l’iterazione che questo ha con la vita del suo possessore. Ritornando all’argomento del blog, l’ipod forse per un quarantenne ha cambiato le sue abitudini ad approcciarsi con la musica, perché le persone che hanno vissuto la gioventù a cavallo degli anni 1990 e 2000 hanno assistito a questo stravolgimento tecnologico. Con l’ipod e similari, il mercato della musica ha cambiato totalmente il suo modo di commercializzare i prodotti. Oggi, infatti, non ci sono più rivendite di dischi o megastore di musica, e questo lo dico con un po’ di malinconia. Obiettivamente, nel comprare un cd e magari farselo autografare c’è un misto di poesia e adrenalina, piuttosto che scaricarlo da internet. Poi, però, di contro la musica oggi è accessibile a tutti, Oramai, anche le più grandi rock band mettono a diposizione, gratis su itunes, i loro cd in uscita (vedi u2 per campagna apple). I fatturati della musica non si contano più tanto sulle copie vendute, quanto sul merchandising che segue il lancio del cd, i concerti, la pubblicità ecc. Questo forse è uno dei cambiamenti più grandi derivati dall’ipod. Purtroppo, l’ipod è stato inglobato nello smartphone di nuova generazione. La società tende a rivalutare le cose vissute e usate anni prima, e probabilmente tra venti anni per effetto dei corsi e ricorsi storici, ci riproporranno una sorta di ipod versione walkman anni ’80, come sta succedendo tutt’ora con la riproposizione degli orologi l quarzo casio, un must di trenta anni fa.
RispondiEliminaSulla stucchevole riproposizione del passato da parte della moda, Guerrieri dice benissimo: è una sensazione deprimente rivedere e rivestire vestiario, calzature ed accessori perfettamente identici a quelli di trent'anni fa (peraltro, essendo - per quanto mi riguarda - totalmente diverso). Sembra la riprova che il tempo passa per niente.
RispondiEliminaMi interessa invece sapere chi altri ha vissuto un periodo di astensione più o meno volontario e più o meno lungo da iPod o smartphone? Condividete con noi la vostra esperienza! Com'è stato? Lo rifareste? Come ha cambiato il vostro rapporto col mezzo (se lo ha cambiato)?
Parlando della mia esperienza, ho vissuto per sei anni con un "rottame". Uno di quei telefoni con i tasti, con cui non si poteva andare su internet. Non avevo né musica, né potevo scattare delle foto (a causa della bassissima risoluzione ho rinunciato in partenza). Lo utilizzavo solamente per tenermi in contatto, quindi per messaggi e chiamate. Per questo motivo, ora che ho uno smartphone, non avrei alcuna difficoltà ad abbandonarlo a casa qualche giorno, o forse di più.
RispondiEliminaCi tengo ad aggiungere che ho dovuto cambiare telefono per stare al passo con i tempi: molti amici e parenti a me lontani, con i quali tengo molto a tenermi in contatto, utilizzano quasi ed esclusivamente WhatsApp, poiché la loro promozione telefonica non consente loro di poter mandare più di un certo numero di messaggi.
Ora cerco di sfruttare il mio nuovo smatphone il più possibile, per le cose in cui può essermi utile. Tuttavia non avrei alcun problema, come già detto, a trascorrere (di nuovo) un periodo di astensione.
In sintesi, il fatto di riuscire a sopravvivere o meno senza smartphone è soggettivo. Dipende tutto da l'educazione alla tecnologia che l'individuo ha ricevuto. Per quanto la tecnologia possa essere positiva, è importante non basare la propria vita su essa fino ad arrivare ad una vera e propria dipendenza. Sicuramente le nuove generazioni non stanno avendo una corretta educazione da questo punto di vista. Ma forse questi nuovi giovani saranno le fondamenta per un futuro basato completamente sulla tecnologia. Sarà un mondo migliore o peggiore? Ai posteri l'ardua sentenza.
EliminaAttenzione, quello che io volevo fare con l’ultimo commento non era screditare l’importanza del tempo passato a riflettere, bensì volevo far capire come il tempo passato veramente soli e quello passato chiusi in se stessi accompagnati da un qualsiasi sottofondo vengano sempre più spesso confusi. Concentriamoci sullo scenario descritto negli ultimi commenti: un gruppo di ragazzini distesi sulla spiaggia e coccolati dal rumore delle onde. La prima immagine che si crea è quella di una spiaggia bianca bagnata dalla schiuma di candide onde magari abbellita ulteriormente da piccole conchiglie e da qualche granchio che si muove lasciando leggere tracce sulla sabbia. I macchinosi ragionamenti dei ragazzi, perciò, vengono lasciati in secondo piano in quanto tutta l’attenzione si sposta sullo sfondo idillico che viene descritto. Anche durante l’intervista la Mannino si fa strada tra alti promontori cosparsi di arbusti lasciando che le parole si confondano con la natura candida rappresentata. Quello che sto cercando di portare alla vostra attenzione è come il processo di ragionamento si dissolva nell’ambiente circostante; nel caso in cui la solitudine sia viziata da eventuali sottofondi naturali o musicali. Concludendo: la troppa superficialità che siamo abituati ad utilizzare nel relazionarci con la vita ci impedisce di cogliere il segnale che corre nello schema tracciato dallo scorrere del tempo e degli eventi. Come ho già anticipato in uno dei miei precedenti commenti; dovremmo lottare per trovare una via di mezzo tra l’abuso e il disinteressamento senza cadere sempre nella via più facile, dovremmo trovare un equilibrio.
RispondiEliminaRiguardo la mia esperienza personale posso affermare che nonostante Smartphone e iPod siano strumenti essenziali e irrinunciabili al giorno d’oggi perché hanno favorito un miglior contatto e comunicazione con i miei coetanei, allo stesso tempo si sono trasformati in uno strumento di difesa e “protezione” riguardo le sensazioni emotive e ci hanno permesso di trattare argomenti e insicurezze difficilmente sostenibili in una comunicazione reale che è stata quindi sostituita da quella telefonica. Tuttavia mi è capitato in diverse esperienze e in varie occasioni di rimanere senza telefono per più giorni consecutivi, ma non è stato affatto problematico perché l’ambiente in cui mi trovavo e la giusta compagnia mi hanno permesso di non sentire il bisogno di utilizzare il telefono e tutte le consuetudini ( Musica, Facebook, WhattsApp… ) di cui ero posseduta in qualsiasi momento della giornata.
RispondiEliminaConcordo con il punto di vista di Giulia quando dice riferendosi agli smartphone:” sono degli strumenti diventati indispensabili: un navigatore tascabile nel caso in cui non si riesca a trovare un luogo in cui abbiamo un appuntamento importante, un modo di tenerci in contatto con le persone a grandi distanze, un modo per rintracciare ed essere rintracciati facilmente in caso di necessità …”; in quanto ormai la tecnologia ed in particolare gli smartphone o comunque in passato l’ipod, sono diventati per molti di noi qualcosa di indispensabile nella nostra quotidianità. Sarebbe quindi difficile pensare di rimanere senza questi strumenti che in qualche modo riescono a semplificare qualsiasi azione e consentono di avere una miriade di informazioni a portata di mano.
RispondiEliminaParlando per esperienza personale anche io sono stata per circa un anno senza ipod in quanto si era rotto lo schermo. In un primo momento mi sono sentita persa come se mi mancasse qualcosa, perché ormai era diventata una routine ogni mattina ascoltare la musica durante il tragitto in autobus per andare a scuola; in quel periodo non avevo neanche il computer a disposizione perché si trovava in riparazione quindi non potevo ascoltare canzoni neanche dal pc o sincronizzarle in un altro mp3. Grazie a questo piccolo imprevisto ho cominciato a riutilizzare il mio vecchio lettore cd che era ormai sotto un cumolo di polvere e ho trovato dei cd di cui non ero a conoscenza di possedere, non solo ho anche ricominciato a comprare i cd nei negozi!
Rispondendo alla domanda posta dal professore nel precedente post riguardo l’influenza che la pressione tecnologica potrà in futuro esercitare o addirittura esercita tutt’ora su utenti indifesi come i bambini vorrei rispondere sempre tramite un’esperienza personale.
Mio cugino di soli 5 anni è in grado di usare Iphone e Ipad autonomamente in quanto è nato durante l’era del progresso tecnologico ed è stato quindi “catapultato” dentro questo mondo informatizzato indipendentemente dalla sua volontà, quindi sta ai genitori, in questo caso miei parenti, controllare il corretto uso di questi strumenti.
Ma sono veramente i genitori capaci di imporre il loro corretto uso? e più in generale l’uomo è capace di dominare la tecnologia oppure è inconsapevolmente dipendente da essa?
Sono rimasta piacevolmente colpita dal fatto che l'assenza di un oggetto così indispensabile come Ipod sia stato in qualche modo un mezzo per riscoprire il piacere di comprare un cd direttamente dal negozio di dischi o comunque ritornare ad ascoltarlo da un vecchio stereo. Mi ha infatti portato a pensare che è proprio il fatto di averlo materialmente tre le mani che lo rende veramente speciale andando a creare un rapporto più profondo con l'album ascoltato, che diventa una forma quasi di possesso.
EliminaInoltre il quesito posto alla fine è davvero interessante e abbastanza complesso in quanto spinge a riflettere sul rapporto tra uomo e tecnologia, ovvero: abbiamo le capacità di dominarla o siamo inconsapevolmente succubi di ciò che abbiamo creato con le nostre stesse mani?
Alla domanda di Elena non è facile rispondere. Credo comunque che anche se i genitori vietassero l'uso di questi strumenti sarebbero lo stesso condizionati da agenti esterni. L'uomo è sempre più dipendente e non può farne a meno perché è inconsapevolmente succube della tecnologia.
EliminaVorrei in qualche modo dissipare l'equivoco di un mio implicito invito a gettare iPod e smartphone alle ortiche, in quanto strumenti intrinsecamente demoniaci: niente di più lontano dal mio pensiero. Ribadire l'utilità di questi oggetti è anzi - ai miei occhi - una ovvietà che non vale la pena sottolineare. Ho apprezzato l'intervento di Rosin, nel quale mi ritrovo in pieno; a Pasqualato chiederei se l'uso di smartphone e similari come interfaccia tecnologica per facilitare la socialità sia da lei ritenuto un contributo positivo o un freno alla sua crescita come persona nella vita reale; la domanda che pone Pellizzon al termine del suo commento è - appunto - la questione delle questioni, ed io la giro a voi; a Santinon dico che comprendo la sua emotività, ma non credo in questi tuffi romantici nel passato, che sanno sempre di "nostalgia, nostalgia canaglia..."
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EliminaSinceremente? Non sono d'accordo. Non lo vedo come un atto nostalgico quello di andare a comprare un cd o comunque un vinile in un negozio di dischi; piuttosto lo percepisco come un modo per ascoltare musica in qualità migliore rispetto a quella che i formati compressi di qualsiasi app offrono. Anche la componente acustica in un album fa la sua parte quindi è giusto apprezzarla nella maniera più limpida e chiara possibile. Ovviamente parlando in termini di comodità e praticità Ipod e il relativo software Itunes sono ottimali perché offrono la possibilità di avere un intero album, o un intero ep, a portata di mano e allo stesso tempo permettono l'acquisto del solo singolo ad un prezzo decisamente basso. Ma alla fine ognuno ha una concezione diversa di musica e ciascuno intende trarre qualcosa di diverso da essa quindi è palese che si tenda ad avere opinioni discordanti riguardo le modalità di acquisto. E se come ho già espresso precedentemente, un album comprato nel negozio di dischi, anche se a prezzo maggiore, offre una migliore qualità a livello acustico, personalmente credo che almeno la maggior parte delle canzoni contenute al suo interno devono valerne l'ascolto. In caso conrtario è nettamente più conveniente acquistare tramite Itunes o scaricare illegalmente da Youtube perchè spendere una certa somma di denaro per ascoltare una sola canzone oppure comprarsi il singolo (che sicuramente costerebbe più di quanto ne implichi l'acquisto tramite app apposite) per me è semplicemente da denuncia. Quindi non è questione di emotività o meno, in quanto inevitabilemente avendo un cd materialmente tra le mani finirai per legarti in modo più profondo a un determinato album, ma piuttosto di saper valutare la situazione e scegliere sul da farsi in base alle proprie esigenze musicali. "Nostalgia, nostalgia canaglia" lasciamola ad Al bano e Romina Power.
EliminaIntanto vorrei scusarmi per la mia poca partecipazione al dibattito, e vorrei cogliere al balzo la “provocazione” che il prof ci ha fatto, per esprimere quello che penso. Come è già stato detto più volte noi giovani siamo cresciuti con le nuove tecnologie e quindi chi se non noi conosce meglio gli effetti che esse hanno provocato nella nostra vita; devo dire che nel mio caso l’utilizzo degli strumenti tecnologici è stato controllato dai miei genitori, che hanno fatto del loro meglio affinché io potessi crescere senza esserne dipendente e abusarne. Da questo punto di vista mi sento molto fortunato, in quanto questo mi ha permesso di vivere in prima persona ogni esperienza e ogni rapporto con le persone. Quindi mi sento in grado dire che smartphone e Ipod non siano e non sono stati oggetti indispensabili all’interno della mia vita. Concludo il mio pensiero rispondendo alla domanda fatta dalla Pellizzon; io sono dell’idea che i genitori rappresentino un ruolo importantissimo nel corretto uso da parte dei ragazzi dei mezzi tecnologici a loro disposizione. Essi devono essere in grado di insegnare ai propri figli che i veri sentimenti e le vere emozioni non sono quelle vissute in un messaggio o in un testo di una canzone, bensì quelle vissute in prima persona, interloquendo con le persone. Non deve essere la tecnologia a controllarci, ma noi dobbiamo controllare lei.
RispondiEliminaVorrei riprendere l'intervento della Chiara, con la quale sono assolutamente d'accordo riguardo alla diversa crescita dei bambini nati negli ultimi 10 anni, e dicendo che la generazione d'oggi è completamente cambiata rispetto gli anni precedenti e nulla può impedire il progresso tecnologico che ha preso il via già da diversi anni. Lo si può, o forse nemmeno, rallentare. Per cui credo che la sfida da Lei lanciata, professore, non è vivamente realizzabile per coloro che basano la loro vita sugli smartphone. Un esempio concreto, e forse anche un po' esagerato, potrebbe essere quello delle molteplici relazioni di coppia che si basano soltanto sulla comunicazione virtuale e questo vale soprattutto per la generazione giovane che formano un legame falso e che a mio parare non permette di assaporare molteplici aspetti sia belli che meno, della presenza fisica.
RispondiEliminaOggigiorno senza la tecnologia ogni cosa sembra irrealizzabile. Ha influenzato non soltanto i modi di fare, ma a volte anche la vera esistenza, la vita. Nel millennio in cui ci troviamo, la gioventù che prende posto nella società è sempre più confusa e disinformata e ciò avviene perché con troppe fonti e troppi strumenti differenti basta troppo poco per errare. L'educazione dovrebbe essere tempestiva ed essere aggiornata con i tempi dando la possibilità di affrontare il mondo con un occhio accurato. In caso in cui non si interviene nel modo giusto si arriverebbe alla degenerazione che progressivamente invaderebbe ogni angolo del pianeta.
Brava, Santinon, sei agguerritissima! Ci piaci così!
RispondiEliminaPensavo: visto che tutti quanti siamo bravi a parlare di quanto sia necessaria una educazione all'uso dello strumento tecnologico, perché qualcuno non ci spiega in concreto che cosa questo significhi? Ovvero, se foste voi responsabili di un bambino, se foste voi tenuti ad operare delle scelte educative in relazione all'uso della tecnologia, che cosa fareste? Che cosa permettereste e cosa proibireste? In che modo cerchereste di preservarlo dai pericoli, senza escludere i benefici che - lo diciamo tutti - la tecnologia offre?
RispondiEliminaPersonalmente credo che una educazione all'uso dello strumento tecnologico nei nostri tempi sia indispensabile per tutti. Infatti non possiamo negare che da un lato mostra come gli strumenti tecnologici presentino indiscutibili vantaggi nell’ampliare le possibilità di comunicazione e ascolto, dall’altro ne mette in luce i possibili rischi. La fascia più a rischio, però, e forse quella meno considerata, è quella dei bambini.
EliminaI bambini di oggi imparano prima ad accendere un tablet che a scrivere, e questo, non so dire se in meglio o se in peggio. I genitori, molte volte, non si rendono neanche conto della condizione dei loro figli, perché non sono nativi digitali, e non riescono a capire il loro smartphone nuovo risulti così attrattivo. Non accorgendosi neanche che esiste un problema, non sono in grado di porvi rimedio, crescendo delle persone che potrebbero diventare dipendenti dalla tecnologia, in quanto nessuno mai gli ha insegnato che esistono anche altre possibilità. Quindi se per ipotesi fossi responsabile di un bambino penso che nella sua prima fase d' infanzia non abbia per niente bisogno di sapere come si usa un cellulare, ipad, computer o qualsiasi apparecchio tecnologico anzi sarei dell' idea che i bambini hanno più bisogni di giocare all' aria aperta con i propri amici. Penso che dobbiamo porre davanti alle nostre nuove generazioni delle persone che sappiano quando e in che modo dire "basta" ai loro figli, basta l'uso della tecnologia perché si rischia di rendere i bambini incapaci dei tenere il passo coi tempi, e con le abilità dei coetanei, come le osservazioni che faceva il Prof. Stival di educazione motoria in cui notava sempre più ragazzi adolescenti arrivano alle scuole superiori che non sanno correre in modo corretto o bisogno del sostenimento di un busto per la schiena troppo debole causata da poca attività fisica e di ore e ore davanti alla televisione o computer. Questo perché nessuno spiega loro non solo le potenzialità, ma anche i rischi dell'uso delle nuove tecnologie, i bambini che, per ovvie ragioni non sono in grado di analizzare con senso critico la loro situazione, non capiranno come comportarsi e non saranno in grado di usare questi strumenti in modo adeguato. Una volta preso atto di questo bisogna anche insegnare loro a usare in modo consono e professionale questi strumenti solo durante l' adolescenza e assicurarsi che siano in grado di usare consapevolmente e propriamente le moderne tecnologie e non abusino così da non rimenare dipendenti. Bisogna inoltre, secondo me, impedire ai ragazzini al di sotto dei 15 anni, di crearsi un profilo su un qualsiasi social network, perché, come è sempre stato prima si creano e si consolidano le amicizie nella vita reale. In conclusione penso che i nativi digitali sono parte della nostra società e saranno destinati ad aumentare sempre di più quindi dobbiamo essere consapevoli e adattarci tenendo presente che l' educazione è affidata ai genitori.
WANG YI
Necessariamente seguirei ciò che mi hanno insegnato i miei genitori.
RispondiEliminaNell'età dell'infanzia invierei il mio possibile figlio a praticare sport all'aria aperta in modo che possa crescere con uno stile di vita sano e possa comprendere come una semplice gara agonistica si rispecchi in tutte quelle difficoltà che ostacolano la vita. Con ciò permetterei lui di imparare a superare gli ostacoli con un adeguato allenamento ed una potenziale grinta.
Proibirei quindi i mezzi di distrazione fino ad una certa età ,come per esempio gli smartphone e i Tablet, perché ritengo necessario che mio figlio possa divertirsi giocando all’aria aperta invece di giocare a GTA con la playstation e così al posto di farlo giocare con l’app “FIRE” del mio smartphone insegnerei lui ad accendere un fuoco dimostrandogli immediatamente il pericolo di scottarsi.
La domanda che mi pongo è allora: se mio figlio vivrà una vita diversa da quella dei bambini viziati da Play station, Wii, Nintendo e Tablet quale sarà la conseguenza?
Sono estremamente sicuro che in futuro mio figlio riuscirà a cavarsela da solo e si divertirà con gli amici andando a fare un’escursione in montagna, andando a pescare, intraprendendo delle ricette culinarie ( per esempio cucinare una grigliata) invece di bere e drogarsi nelle discoteche perché sentirà la necessità di esercitare uno stile di vita sano.
Inoltre nell’età adolescenziale permetterei l’utilizzo di questi sistemi ma sicuramente controllerei il corretto impiego e lo limiterei.
Ulteriormente un bimbo cresciuto in questa maniera si saprà comportare nei diversi ambienti che ci circondano, riuscirà autonomamente a scegliersi dei fedeli amici che condividono le sue stesse passioni e sarà in grado di affrontare le difficoltà indipendentemente.
I genitori dovrebbero quindi istruire il figlio in maniera tale che questo ,nell’ età adulta, non debba consultare un video da You Tube per cucinare una pasta o per cucinare un paio di braciole
Premettendo che sono del tuo stesso parere sull’educazione dei figli, sarà assai arduo educare i nostri figli senza tecnologia perchè vorranno stare al passo dei loro coetanei.
EliminaCerto che nel periodo dell’infanzia un bambino NON ha bisogno del telefono o tablet.
Un bambino ha solo bisogno di correre e giocare con i suoi amici.
E se posso aggiungere un’altra cosa a proposito dei bambini e della tecnologia: penso che l’introduzione delle lavagne lim nelle scuole dell’infanzia sia inutile! Soldi spesi male, soldi che lo stato avrebbe potuto utilizzare per migliorare la scuola, in qualche progetto di maggiore importanza.
Personalmente penso che i genitori abbiamo un ruolo chiave nell'educazione, non solo per quanto riguarda la tecnologia.
RispondiEliminaÈ triste pensare che molte cose con le quali siamo cresciuti nella nostra infanzia ( un libro illustrato, dei giochi da tavola, un pallone e molto altro) fra un po',magari, non esisteranno più.
È anche vero, però, che è un processo inevitabile.
Personalmente posso dire che i miei genitori si accorgerebbero subito se passassi ore davanti al pc o al cellulare, perchè loro usano questi strumenti da pochi anni e quasi esclusivamente per lavoro.
Noto,invece, nella sala d'attesa del dentista o in altri luoghi pubblici come i genitori, per far stare tranquilli i figli e far cessare i capricci, diano loro il telefono per farli giocare e per farli distrarre.
Ecco, se fossi un genitore non lo farei e cercherei piuttosto di riprendere il bambino se non si comporta bene in un luogo dove ci sono anche altre persone, per fargli capire dove sbaglia.
Un'altra cosa che non farei è quella di riempire un bambino, molto spesso piccolo, di console (come wii, playstation, xbox ecc.), permettendogli di utilizzarli ogni volta che vuole.
Quando sarà il momento di andare a scuola, è importante far capire a qualsiasi ragazzo come internet o un computer siano mezzi preziosissimi per lo studio e la ricerca.
Passerei, poi, del tempo con lui per insegnargli che qualsiasi cosa, mettendoci buona volontà, si può risolvere anche senza l'uso di un'app.
Penso sia importante che un genitore accompagni per mano, fin da subito, un bambino a convivere con questa grande possibilità insegnandogli, però, a non abusare della tecnologia e della facilità di arrivare al fine desiderato senza, quasi, fare fatica.
Una cosa importante, poi, è che anche i genitori utilizzino in modo corretto i dispositivi elettronici, perchè i bambini imparano molto velocemente quello che è sbagliato e i modelli che hanno a disposizione e sotto gli occhi più frequentemente sono proprio i genitori!
La nuova generazione di bambini, i cosidetti "bambini nativi digitali", ossia quelli che cominciano fin da subito ad utilizzare lo strumento tecnologico
RispondiEliminacon estrema naturalezza e spontaneità;sono coloro che assimilano meglio e più velocemente le informazioni ricevute.
Di conseguenza, il rischio principale è quello che le nuove generazioni, spesso anzi molto spesso, diventino totalmente dipendenti da apparecchi elettronici
quali: tablet, computer e smartphone...
Diventa, quindi, per i genitori di fondamentale importanza regolare e controllare in maniera adeguata l'uso che i propri figli fanno della tecnologia.
Detto ciò, condivito l'opinione espressa da Francesco Alessandrini, che afferma l'importanza di svolgere frequente attività fisica in contatto con la natura;
concedendo però qualche momento di "svago tecnologico".
Questo svago lo si può concedere dal momento in cui il bambino sarà in grado di capire ciò che sta facendo: l'obbiettivo è dunque quello di insegnare al bambino
come approcciarsi nel modo più corretto alla realtà quotidiana (con le conseguenti difficoltà) senza il bisogno di consultare i mezzi tecnologici.
L'uso prematuro della tecnologia può compromettere un adeguato comportamento col mondo esterno e una corretta educazione dei figli, oltre ad una bruciatura inutile
delle tappe!
Concordo con l'opinione di Stefani quando dice che i genitori dovrebbero riprendere i figli e cercare di farli capire dove stanno sbagliando, anziché dargli in mano uno strumento così potente in modo da tranquillizzarli e farli distrarre. I genitori in questo caso potrebbero tornare ai vecchi metodi e sostituire a questi mezzi tecnologici ad esempio un libretto in modo da interagire con loro, nel caso in cui non siano ancora capaci di leggere. Ed è spiacevole vedere queste figure che in qualche modo dovrebbero accompagnare il bambino nella crescita e istruirlo, magari solo per non essere stressati, portano alla diffusione di Ipod, smartphone, Ipad, ecc. persino in questa fascia d'età delicata e facilmente condizionabile. Parlando per esperienza personale, posso affermare che quando si è a contatto con i bimbi ogni qualvolta ti vedono usare un cellulare vorrebbero poter giocare, questo dimostra che sono stati educati sin da piccoli ad utilizzarli. L'unico modo per sviarli dal loro intento è inventarsi delle scuse, cosa che dovrebbero fare anche i genitori. In conclusione penso che se io fossi un genitore cercherei di limitare se non addirittura evitarne sin da subito l'uso e trascorrere invece più tempo con loro facendo attività all'aperto in modo che possa crescere con uno stile di vita sano come dice Francesco.
RispondiEliminaAnche io, come detto da Francesco precedentemente, seguirei gli insegnamenti che mi sono stati dati dai miei genitori. Fin da piccolo infatti,educherei i miei figli alla pratica dello sport, preferibilmente all’aria aperta, che insegnerebbe loro l’importanza del rispetto delle regole e a interagire con gli altri bambini. Per esperienza personale infatti, lo sport otre a essere stato importante per superare la timidezza, mi è stato utile a capire che di fronte a un ostacolo che può essere una sconfitta, non bisogna mai fermarsi bensì cercare di migliorarsi al fine di superare tali ostacoli. Eviterei quindi di acquistare loro, fino ad una certa età almeno, strumenti tecnologici che potrebbero distrarli dalla vera vita quotidiana, per portarli in un mondo che non esiste, com’è per esempio quello dei videogiochi. Sono convinto che questo potrebbe causare loro disagio inizialmente, in quanto siamo a conoscenza che la tecnologia sta influenzando tantissimo la vita dei giovani, ma d’altra parte sono anche fiducioso nel fatto che se di fronte alle vere difficoltà che potrebbe essere un brutto voto o addirittura la perdita del posto di lavoro, essi saranno in grado, seppur con grosse difficoltà sia morali che pratiche, di superarle e di riuscire a trovare una soluzione. Successivamente, anche io come già detto dalla maggior parte di noi, cercherei di limitare l’uso della tecnologia nell’età adolescenziale, essendo questa fondamentale nella formazione del carattere di una persona. Concludo il mio pensiero dicendo che i genitori dovrebbero istruire i propri figli in maniera tale che questa potranno prendere le loro decisioni e affrontare le difficoltà in maniera autonoma, senza l’influenza di altre persone o degli strumenti tecnologici a loro disposizione.
RispondiEliminaNulla è impossibile e 7 giorni senza iPod/smartphone sono, secondo me, tranquillamente passabili.
RispondiEliminaDico questo perché nel luogo in cui passo la maggior parte della mia giornata ho una compagnia con la quale mi trovo molto bene e quando trascorriamo il tempo insieme non usiamo quasi mai il cellulare per entrare nei social network od ascoltare musica; il “stare insieme” in quei momenti conta molto di più dell’immergersi nella rete e nelle canzoni.
Quindi non sentirei un bisogno così sfrenato di utilizzare lo strumento.
Riguardo le ultime domande del professore, se fossi responsabile di un bambino, sicuramente non gli darei continuamente in mano un aggeggio con un livello tecnologico così elevato. Piuttosto, lo farei uscire con gli amici o come ha detto Francesco, gli farei fare altre attività più utili per il futuro o magari, al contatto con la natura.
I genitori secondo me hanno un ruolo fondamentale perché i bambini prendono esempio da loro prima di tutto.
Dovrebbero concedergli dei momenti di svago con la tecnologia solo quando saranno un po’ più maturi, cioè che sappiano a cosa stanno andando incontro e a quali scopi utilizzarla.
Come già detto precedentemente dai miei compagni, i genitori svolgono un ruolo fondamentale nell'educazione, sia in generale verso la società e sia nello specifico per quanto riguarda la tecnologia. Essi devono "censurare", fino al momento in cui il/la ragazzo/a non sia in grado di sviluppare un senso critico, ogni tipo di social networks, a favore di una vita sana, dove le relazioni ed esperienze dirette prevalgono (sport, campi-scuola, ecc). Secondo me anche la scuola, con i suoi insegnati, possiede un peso rilevante nel campo dell'educazione. Ad esempio essa deve promuovere maggiori attività, dove le capacità del singolo possa emergere. Infatti quante volte nella nostre lunghe vite di scuola, abbiamo copiato da siti come "WIKIPEDIA" e incollato in un file WORD le nostre ricerche, senza che prima le avessimo analizzate e confrontate con alte fonti? Infatti il computer e le nuove innovazioni tecnologiche ci hanno reso notevolmente più pigri. La scuola per questo deve anche educare alla tecnologia, perchè essa costituisce uno strumento potentissimo, ma tutti noi dobbiamo imparare ad utilizzarla nel modo più consono possibile, per sviluppare al massimo le nostre capacità e per tutelarci da ogni possible rischio che possiamo in essa incontrare.
RispondiEliminaPersonalmente non sono mai stata controllata dai genitori né per quanto riguarda i Social Network, né per l’utilizzo del cellulare. Il mio primo telefonino è stato un Motorola che ho ereditato da mio fratello. A colori, privo di fotocamera e di molte altre funzioni. Lo utilizzavo esclusivamente per giocare a Spring Ball e al Labirinto o per creare suonerie in quanto privo del lettore musicale. Lo vedevo come un videogioco e, come tutti i giochi, dopo un po’ mi sono stufata di utilizzarlo. Quindi non l’ho più toccato per un anno. Quando anche i miei amici hanno iniziato a comprarsi i cellulari, e contemporaneamente venivano lanciati nuovi modelli, l’ho ripreso in mano. Col passare del tempo mi sono accorta che il mio era quasi un abuso. Ho iniziato quindi a impormi una sorta di astinenza e devo dire che non é servito a niente, perché non vedevo l’ora di arrivare alla data di scadenza per potermi dedicare nuovamente al loro utilizzo. Non sono mai stata una fanatica, anzi rispetto ai miei coetanei sono consapevole di non essere in una sitazione di dipendenza, ma mi sono sempre sentita in colpa per il fatto che navigavo in Internt più del necessario. Ciononostante ho sempre preferito uscire con le amiche per giocare a palla anziché starmene seduta davanti ad un computer. Da qualche anno mi sono resa conto di ciò che conta nella vita a causa di alcuni problemi familiari; quindi continuo ad utilizzare i mezzi che ho a disposizione ma so metterli in secondo piano. Potrei dire che le mie cuffiette del cellulare sono nuove ad esempio. Penso che in ciò mi abbiano aiutato anche le stesse esperienze che ha vissuto Chiara (camposcuola, vacanze ecc). Credo che la prevenzione migliore che si possa avere per non dipendere da Social Network sia quella descritta da Lorenzo, cioé l' educazione che ha ricevuto. Penso che oltre alle varie forme di educazione già descritte da voi, sia importante l' esempio dei genitori e l’influenza degli amici. Mia mamma a mala pena sa scrivere un sms, se fin da piccola l’ avessi vista ogni giorno attaccata al telefono, penso che oggi la imiterei. Invece non avendo alcun rapporto col cellulare non può influenzarmi. Lo stesso vale per le compagnie che frequentiamo.
RispondiEliminaPersonalmente, considero difficile, ma non impossibile, l'astinenza dalla tecnologia per qualche giorno. Tutti noi abbiamo avuto la nostra esperienza di allontanamento dal cellulare o dall'iPod (campo scuola, vacanza in posto isolato,...).
RispondiEliminaDue anni fa ho preso parte anche io alla rivoluzione tecnologica, passando da un normale cellulare a uno smartphone (tuttavia non troppo tecnologico) e ho cominciato ad usare Whatsapp. Quando l'anno seguente questo telefono cominciò ad avere i primi acciacchi, non mi sono sentita di rinunciare alle nuove app che avevano reso più comode molte azioni quotidiane. Ho quindi optato per uno smartphone veramente Smart. Posso dire di aver provato sulla mia pelle come non si possa tornare indietro da una rivoluzione. Chiunque può dire di poter vivere con le stesse tecnologie di 10 anni fa, ma solo pochissimi ne sono in grado dopo aver provato le ultime novità. La routine quotidiana che conduciamo oggigiorno non ci permette di rimanere indietro o di perdere delle informazioni. Siamo stati educati gradualmente alla convivenza con i devices digitali, fino ad arrivare al punto di non ritorno: Non vuol dire che non si vive senza, solo che si vive peggio perché la loro presenza ci condiziona molto. Penso che, come é stato detto in precedenza, l'educazione all'uso e non all'abuso passi principalmente dall'esempio dato dagli adulti e successivamente dall'istituzione di paletti da parte dei genitori, per non trasformare le prossime in generazioni di tecno-dipendenti